È stata emessa al termine di una lunga camera di consiglio, la sentenza del processo a carico di un 51enne marsalese, pregiudicato, L. A. S., che lo vedeva accusato di violenza sessuale su minore, violenza privata ai danni della ex convivente, minacce, estorsione e di aver mostrato alla ragazzina materiale pornografico. Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Gioacchino Natoli ha emesso un verdetto di assoluzione “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di violenza sessuale ripetuta ai danni della figlia della ex dell’uomo. Il 51enne è stato giudicato non colpevole anche per i reati di estorsione e di minacce. In particolare, per l’ipotesi di reato di estorsione, è stato decretato il non luogo a procedere in quanto la ex partner ha rimesso la querela di parte. La condanna a tre anni e quattro mesi di carcere scaturisce dal fatto che l’uomo è stato ritenuto responsabile del reato di violenza privata e lesioni a carico della sua ex, in quanto in aula sarebbe emerso che l’uomo la avrebbe percossa. È stato condannato anche per detenzione di un’arma, un coltello. Tuttavia il reato “più grave” che gli è stato addebitato è il fatto che l’uomo avrebbe mostrato alla ragazzina, ora 17enne, immagini a tema pornografico. Il collegio giudicante ha anche decretato che il pregiudicato dovrà pagare le spese processuali e che venga interdetto per cinque anni dai pubblici uffici e, in maniera perpetua, dall’esercizio della tutela ed è stato interdetto per sempre da incarichi ed impieghi presso scuole o luoghi frequentati da minorenni. Soddisfatta per l’assoluzione dal reato di violenza su minore, l’avvocato difensore Chiara Bonafede che comunque fatto sapere che intende ricorrere in appello. In sede di requisitoria il pm Rago aveva invocato per l’uomo una condanna a dieci anni di carcere. Il processo ha preso le mosse dalle denunce della madre della ragazza, alcune delle quali poi ritirate. In aula la minore aveva riferito di aver subito tra quindici e venti violenze tra il 2011 e il 2012. “Abbiamo ragione di credere che la ragazzina – ha detto il legale – fosse mossa da rabbia per il fatto che l’imputato aveva lasciato lei e la madre, ma in precedenza aveva dichiarato che per lei era come un padre”.
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