CATANIA – Un dato incontrovertibile consente di valutare l’emozione che “La Chunga” di Mario Vargas Llosa ha trasmesso agli spettatori nella serata del debutto: l’assoluto silenzio mantenuto per un’ora e quaranta minuti. Niente mormorii, colpi di tosse, schiarimenti di voce, suonerie di cellulari subito stoppate, né lucine dagli schermi. E nemmeno applausi, se non al calar del sipario: sinceri, grati, appassionati.
La sala Verga dello Stabile di Catania, fin da quando si chiamava Teatro Delle Muse, in oc.. Leggi l’articolo per intero su qds.it