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Simona Cinà, la tragedia alla festa: ancora troppi dubbi su morte

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lunedì 04 agosto 2025 - 12:00

Dubbi su morte: cosa è successo a Simona?

Bagheria Restano ancora molti dubbi su morte di Simona Cinà, la ventenne trovata priva di vita nella piscina di una villa a Bagheria durante una festa di laurea. La Procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. In attesa dell’autopsia, i familiari chiedono verità e spiegazioni su dinamiche ancora poco chiare. Le incongruenze, tra video cancellati, assenza di alcolici, vestiti scomparsi e un misterioso blackout di 50 minuti, alimentano i sospetti.

La versione dei familiari: “Troppe cose non tornano”

La giovane Simona, studentessa universitaria e sportiva agonista, era considerata un vero “pesce d’acqua” dai suoi cari. Amava il beach volley, il surf e viveva l’acqua con naturalezza. Per questo motivo i suoi familiari non credono all’ipotesi di annegamento accidentale. “Era una ragazza attenta alla salute, curava il corpo e faceva sport ad alti livelli”, ricorda il padre Luciano Cinà, chiedendo chiarezza su ogni dettaglio.

Quando i fratelli Roberta, gemella della vittima, e Gabriele sono arrivati nella villa, il corpo di Simona era già stato adagiato a bordo piscina e coperto con un telo. Indossava solo un bikini e le scarpe. I fratelli hanno riferito di non aver trovato i suoi vestiti, ma solo calzature e oggetti sparsi. L’assenza di alcolici e della torta della festa di laurea ha aumentato i sospetti: “Era davvero una festa?”, si chiedono.

I 50 minuti di buio tra balli e silenzi

Un’amica avrebbe salutato Simona alle 3:20 mentre ballava vicino alla consolle del dj. Alle 4:10 è arrivata la chiamata di soccorso al 112. I sanitari sono intervenuti alle 4:23, trovando la giovane fuori dall’acqua, priva di sensi. Gli amici avevano provato a rianimarla, come dimostrano i segni del massaggio cardiaco.

Ma tra le 3:20 e le 4:10, cosa è accaduto realmente? Nessuno ha avvisato la famiglia e tutto ciò che si sa proviene dai racconti di chi era presente, con molte lacune e pochi video disponibili, secondo l’avvocato di famiglia Gabriele Giambrone. Il legale parla di “stranezze” nella gestione dell’evento e nella quantità di materiale video cancellato o rimosso dai social.

Festa senza tracce di festa?

Nei sacchi della spazzatura presenti sul posto, i sanitari del 118 avrebbero trovato solo bottiglie d’acqua e bicchieri di plastica. Nessuna bottiglia alcolica, nessun avanzo di torta. Eppure, secondo gli inviti WhatsApp inviati per la festa, era previsto un open bar, con tanto di riferimenti ironici all’alcol e alla piscina.

I video rimasti mostrano una Simona serena, sorridente, intenta a ballare con le amiche o a cantare in una stanza. Nulla lasciava presagire la tragedia. Per questo la famiglia insiste: “Dov’è finito l’alcol? Dov’è finita la torta? Perché quei video sono spariti?”.

Possibile uso di sostanze?

I fratelli escludono categoricamente che Simona abbia assunto volontariamente sostanze stupefacenti. “Era salutista, faceva controlli regolari per le attività sportive. Se qualcosa è successo, è stato a sua insaputa”, spiegano. Nonostante alcune voci su presunte droghe circolate alla festa, non ci sono conferme. Tuttavia, gli elementi a disposizione – come il bicchiere trovato vicino a un paio di slip da uomo nel giardino della villa – non sembrano ancora essere stati adeguatamente acquisiti.

Una villa di lusso e tanti interrogativi

La villa in cui si è svolta la festa era stata affittata da alcuni neolaureati. Una struttura di lusso con vista mare, ora in vendita per circa 1,2 milioni di euro. Alla festa erano presenti circa 80 persone. Eppure, nessuno sembra aver notato che Simona non si muoveva più in acqua. La piscina era ben illuminata e di dimensioni ridotte. Alcuni partecipanti erano ancora bagnati all’arrivo dei soccorritori, segno che avevano fatto il bagno di recente.

I familiari chiedono risposte anche su questo: “Come è possibile che nessuno si sia accorto che mia figlia era immobile in acqua?”, domanda la madre Giusy Corleone tra le lacrime. “Voglio sapere cosa è successo. Vi prego. Perché?”.

L’inchiesta e l’attesa dell’autopsia

La Procura di Termini Imerese ha disposto il sequestro della salma e l’incarico dell’autopsia al medico legale del Policlinico di Palermo. Al momento non ci sono indagati. L’ipotesi di partenza resta quella di un malore improvviso o di un incidente, ma i parenti non si accontentano. Vogliono certezze, documenti, analisi, verità. Nessuna risposta potrà colmare il dolore, ma la chiarezza sì.

Il legale della famiglia insiste sulla necessità di acquisire ogni elemento utile: bicchieri, filmati, testimonianze. “Troppi dettagli non tornano”, ha dichiarato. I dubbi, infatti, sono tanti. E l’ultima parola spetterà all’esito dell’autopsia e agli accertamenti dei Carabinieri di Bagheria.

“Conoscevamo Simona, non era un tipo che affogava in piscina. Era una sportiva, controllata, sana. Non è normale ciò che è successo. Non è normale”, concludono i fratelli.

In bocca al lupo alla famiglia per il difficile cammino verso la verità.


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