Viticoltura Sicilia in ginocchio: la denuncia dell’associazione marsalese
Marsala – La crisi della viticoltura in Sicilia non è solo agricola, ma anche politica e istituzionale. È quanto denuncia, con parole dure e dirette, l’associazione “I Guardiani del Territorio”, che attraverso un comunicato firmato dal direttivo e da Giampaolo De Vita, lancia un grido d’allarme sulle condizioni in cui versano i viticoltori siciliani. Mentre le campagne del Trapanese soffrono la sete e la disperazione cresce tra gli agricoltori, le istituzioni sembrano impegnate in dispute secondarie, ignorando l’emergenza reale che colpisce uno dei settori più vitali dell’economia isolana.
Le campagne muoiono, si discute di lampadine
Nel documento, l’associazione sottolinea il paradosso: mentre i viticoltori combattono con la siccità, i debiti e l’abbandono, a Marsala si litiga sull’illuminazione del Parco Archeologico. Il riferimento è alla polemica politica che ha coinvolto l’ex deputata regionale Eleonora Lo Curto, oggi commissaria provinciale della Lega, e i colleghi Grillo e Pellegrino, intenti a rivendicare il merito per l’installazione delle luci nell’area archeologica.
“Sarebbe quasi da ridere, se non stessimo parlando di una tragedia economica e sociale senza precedenti”, si legge nel comunicato. Il tono è fermo ma amaro. I Guardiani del Territorio criticano il silenzio delle istituzioni regionali di fronte all’esclusione della viticoltura dalla misura 23, quella destinata ad aiutare i settori colpiti dalla siccità.
Misura 23: esclusione incomprensibile
L’associazione definisce “inaccettabile” il fatto che Bruxelles abbia stanziato fondi concreti e che la Regione Sicilia, nella loro distribuzione, abbia ignorato completamente la viticoltura, che rappresenta una colonna portante dell’economia siciliana. Nessuna protesta ufficiale, nessuna presa di posizione. Solo silenzi e dichiarazioni formali, secondo i Guardiani del Territorio.
Il messaggio è chiaro: “I viticoltori non possono più aspettare”. L’associazione chiede un intervento deciso da parte dell’onorevole Lo Curto, invitandola a fare pressioni sui suoi riferimenti politici, in particolare sull’ex assessore Luca Sammartino e sull’attuale assessore all’agricoltura Barbagallo, definito “assessore a progetto”.
Servono fondi reali, non annunci
Nel comunicato si evidenzia come la misura 23 vada riscritta includendo esplicitamente la viticoltura, e che l’intervento economico debba prevedere almeno 50 milioni di euro reali, non vaghe promesse da campagna elettorale. Solo così sarà possibile arginare la crisi e dare ossigeno ai produttori che rischiano di vedere svanire anni di lavoro.
Le richieste avanzate sono nette: giustizia per i viticoltori, riconoscimento della specificità del comparto e interventi concreti. “Questa è politica vera – si legge nel documento – quella che si fa con le persone, per le persone, e non solo per i titoli sui giornali”.
Una Sicilia che rischia il collasso agricolo
Il messaggio finale è un’amara constatazione: “Il resto è solo cuittigghiu”, ovvero chiacchiericcio sterile, mentre nelle campagne si muore di sete e di disillusione. L’associazione invita tutti, anche chi ha ruoli pubblici o rappresenta le istituzioni, a guardare in faccia la realtà, perché ogni giorno che passa aumenta il rischio di un danno irreversibile alla filiera vitivinicola siciliana.
Speriamo che questo appello venga ascoltato e trasformato in azione concreta, prima che sia troppo tardi
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