Aggressione nel carcere di Trapani: allarme sicurezza per la polizia penitenziaria
Trapani/Marsala – Due episodi distinti ma ravvicinati, a distanza di appena ventiquattro ore, riportano drammaticamente al centro dell’attenzione il tema della sicurezza nel carcere di Trapani. Due agenti penitenziari sono stati aggrediti da detenuti nel penitenziario “Pietro Cerulli”, sollevando forti preoccupazioni tra i sindacati di categoria. A denunciare quanto accaduto è stato il segretario provinciale del Sinappe, Rocco Parrinello, che parla apertamente di “situazione sempre più insostenibile”.
La frase chiave “sicurezza nel carcere di Trapani” non è più una semplice preoccupazione: è diventata una priorità per chi ogni giorno lavora in prima linea in un contesto ad alta tensione.
Due aggressioni in due giorni: emergenza al reparto Adriatico
Il primo episodio si è verificato domenica scorsa, nella zona dei passeggi. Un detenuto, con l’evidente intenzione di provocare una rissa, ha sottratto le chiavi a un agente in servizio, causandogli un trauma al polso. Il gesto, improvviso e violento, ha costretto l’operatore al ricovero in pronto soccorso per accertamenti e cure.
Il giorno successivo, lunedì 19 maggio, un altro agente è stato aggredito all’interno del reparto Adriatico. In questo caso, l’autore del gesto è un detenuto affetto da problemi psichiatrici, già protagonista di minacce e atteggiamenti violenti. L’aggressione è avvenuta dopo una serie di provocazioni e intimidazioni verbali, culminate in un attacco fisico. Anche in questo caso, l’agente ha riportato lesioni tali da rendere necessario l’intervento del personale sanitario.
Sicurezza nel carcere di Trapani: l’allarme del sindacato Sinappe
“L’aumento degli episodi violenti mette a rischio non solo la sicurezza degli operatori, ma anche l’intero sistema penitenziario” – ha dichiarato Rocco Parrinello, segretario provinciale del sindacato Sinappe, che ha sollecitato interventi concreti e immediati per garantire l’incolumità del personale.
Secondo il sindacato, la sicurezza nel carcere di Trapani è ormai al collasso, e l’attuale dotazione degli agenti risulta inadeguata per fronteggiare le emergenze quotidiane. Parrinello ha inoltre ribadito la necessità di introdurre strumenti di difesa individuale, come il taser, per tutelare gli agenti in contesti ad alto rischio.
Una realtà sempre più difficile per la polizia penitenziaria
Gli ultimi episodi si inseriscono in un quadro già compromesso, dove il personale lavora spesso in condizioni di stress e sotto organico. La mancanza di risorse, la presenza di detenuti con problematiche psichiatriche e la carenza di formazione specifica per gestire le emergenze contribuiscono ad alimentare un clima di crescente instabilità.
Il Sinappe non è il solo sindacato a sollevare la questione, ma è tra i più attivi nel denunciare pubblicamente quanto accade nel penitenziario di Trapani. L’appello rivolto alle istituzioni è chiaro: servono risposte rapide e strutturali, per garantire una tutela reale a chi ogni giorno presta servizio nelle carceri italiane.
Solidarietà e vicinanza agli agenti aggrediti e a tutto il personale penitenziario del carcere di Trapani. Speriamo che si intervenga presto con misure efficaci.
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