Don Angelo Grasso (Salesiani) sugli atti di bullismo: “Vuoto educativo, ripartiamo dalla famiglia”
La comunità dei Salesiani di Marsala si appresta a celebrare San Giovanni Bosco. Una serie di iniziative, religiose e ludiche, prenderanno vita alla Chiesa Maria SS. Ausiliatrice il 28 gennaio. Sono giorni che stanno scuotendo la cittadinanza per gli atti di bullismo messi in atto da un gruppo di ragazzini che hanno picchiato un coetaneo, in una via limitrofa del centro storico, per poi riprendere il tutto e pubblicarlo sui Social. Fatti che fanno vacillare i tre pilastri su cui si fonda la società per Don Bosco: ragione, amorevolezza e religione.
E siccome ci si appresta a festeggiare il Santo dei Giovani, abbiamo parlato di quanto accaduto con Don Angelo Grasso, direttore dell’Opera Divina Provvidenza e parroco dei Salesiani di Marsala. “Il detto prevenire è meglio che curare calza anche a livello sociale. Fatti come quelli avvenuti giorni fa e che coinvolgono giovanissimi, accadono perchè c’è un vuoto educativo. Una crisi educativa – dice don Grasso – che va colmata da più parti: famiglia, scuola, istituzioni, chiesa. La perdita di valori dei nostri figli non è altro che specchio della crisi del mondo adulto”. Esaminando il fenomeno del bullismo di cui spesso si parla tanto ma che continua ad essere un’attuale piaga soprattuto tra i giovani, si può facilmente dire che si tratta di una mancanza di principi, figlia della “sottocultura” che domina la società odierna.
“Il bullismo è mancanza di rispetto nei confronti del prossimo, è legge del più forte – afferma il parroco -. Bisogna ripartire dai valori, mettendo al centro il rispetto della persona che è fondamentale. Oggi invece, il valore fondante, come afferma il professor Zamagni, è l’individualismo libertario, un’eredità pesante che vede al centro le preferenze individuali che hanno la precedenza sugli altri”. In sostanza, si è perso il concetto che “la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri”. Perchè in verità, ma è un concetto molto più profondo e forse più complesso ma concreto, la libertà è rispetto dell’altro, muoversi liberamente in un determinato contesto costellato da regole necessarie per vivere. A non aiutare la “prevenzione”, per dirla con Don Grasso, taluni atteggiamenti che vedono il genitore rimproverare l’insegnante perchè ha dato un cattivo voto al figlio. Questo è un esempio di crisi, perchè il bambino, l’adolescente, non riconosce più l’autorità.
Ma cosa si può fare oggi, per non aggravare ancora di più il male che serpeggia nella nostra società. “Creare una rete tra istituzioni, civili ed ecclesiastiche, scuola, enti sociali – sottolinea ancora il parroco -. Ma è dalla famiglia che si deve ripartire, ridare alla famiglia i bisogni educativi primari perchè poi tutto sarà a cascata. Dobbiamo ritrovare la bussola educativa che non deve più basarsi sulla difesa ad oltranza, sul benessere, sulla prevaricazione e sul potere, ma sulla dignità della persona. Ridiamoci delle regole”. Tutti siamo responsabili e complici: istituzioni, scuola, media e dobbiamo intervenire con un’azione tangibile.