È giunta domenica in Sicilia e, precisamente, a Castellammare del Golfo, in occasione dell’inaugurazione della sede del movimento cittadino, la parlamentare europea dei 5 stelle per dare il suo contributo alla campagna elettorale in vista delle regionali del 5 novembre prossimo. Tra i temi affrontati nell’intervista: le proteste del Movimento pentastellato concernenti la nuova legge elettorale, che mercoledì approderà in Senato, e il voto contrario, espresso insieme alla Lega, sulla proposta di modifica del Regolamento di Dublino.
Si trova in Sicilia per sostenere i candidati all’Assemblea Siciliana del Movimento 5 Stelle in vista delle elezioni regionali del prossimo 5 novembre. I sondaggi danno un testa a testa Musumeci-Cancelleri. Questa volta ve la giocate sul serio?
Sì. È una sfida, si può dire, all’ultimo voto ed è importante, quindi, convincere quante più persone possibili,innanzitutto, ad andare a votare, perché pare che la percentuale di astensionismo sia veramente troppo alta, pari o addirittura superiore al 40%. Quindi, questo è indice del fatto che c’è metà della popolazione siciliana del tutto scoraggiata, rassegnata e convinta che nulla possa cambiare. Io mi auguro che tutte queste persone, quanto meno, abbiano un moto d’orgoglio e decidano almeno di dare una chance, di mettere alla prova un qualcosa di nuovo e, soprattutto, un movimento che fino ad ora ha dimostrato sempre coerenza tra quanto ha detto, ha promesso durante le campagne elettorali, e quanto ha fatto, poi, una volta entrato nelle istituzioni.
Si dice che la vostra ripresa nei sondaggi sia legata anche alla legge elettorale che è passata con la fiducia della Camera e fra pochi giorni arriverà al Senato. Richiamerete i vostri sostenitori in piazza?
Sì. Per fare una battuta possiamo dire che i nostri più grandi alleati sono i nostri antagonisti politici, nel senso che riescono veramente a rovinarsi con le loro stesse mani, perché sono talmente attaccati alle poltrone, hanno talmente timore di perdere la poltrona o, comunque, il potere che hanno avuto finora, che sono disposti a fare di tutto. Con questa legge elettorale hanno completamente sfidato tutta la popolazione. Hanno ignorato una manifestazione di migliaia di cittadini scesi in piazza a Montecitorio e hanno votato a favore di una legge elettorale che impedirà ai cittadini di eleggere dei propri rappresentanti, che avranno l’unica possibilità di mettere una “x” su un’accozzaglia di liste. E,poi, fondamentalmente decideranno i capi partito chi verrà eletto. Quindi, questo è l’assurdo più grande. È stata messa la fiducia su una legge elettorale, cosa che, come abbiamo più volte detto, era stata fatta soltanto da Mussolini e, poi, da De Gasperi con una legge dichiarata “Legge truffa”. Per cui, si è superata qualsiasi norma di democrazia. Il tutto fatto con grande arroganza e spavalderia. I cittadini questo non possono ignorarlo. Scenderemo nuovamente in piazza mercoledì in occasione del voto al Senato, e vedremo se avranno nuovamente il coraggio di votare a favore di una legge di questo tipo.
Nei giorni scorsi, il Parlamento Europeo ha deliberato la proposta di modifica del Regolamento di Dublino. Avete votato contro, insieme alla Lega. Ancora una volta sono giunte le critiche per le vostre posizioni non chiare, non nette, sul tema dell’immigrazione. Come stanno le cose?
Purtroppo, ciò che prevale è sempre la propaganda comunicativa, mediatica, priva di contenuti e priva della voglia di approfondire nei fatti le posizioni dei singoli. Partiamo dal presupposto che l’accostamento con la Lega è quanto di più sbagliato. La Lega vota contro perché fondamentalmente non ha mai seguito i lavori, non ha mai presentato una proposta alternativa, quindi, l’unico modo che aveva per riscattarsi dalle sciocchezze fatte finora, proprio con la gestione dei flussi migratori, considerato che avevano sempre fino ad ora messo la propria firma su tutte le modifiche che si sono succedute in questi anni sul Regolamento di Dublino, stavolta hanno pensato di votare contro senza sapere di fatto che cosa contenesse e senza soprattutto presentare proposte alternative. Noi abbiamo seguito tutti i lavori e abbiamo presentato 70 emendamenti, ovvero, 70 proposte di modifica al testo e, in buona sotanza, riscrivendolo ex novo. Abbiamo proposto l’abolizione del principio del paese di primo ingresso e l’introduzione di un meccanismo automatico ed obbligatorio. Perché abbiamo votato contro? Perché di fatto, nonostante sia stato detto e comunicato che sia stato abolito il principio del paese di primo ingresso e sia stato introdotto il meccanismo di ricollocamento, queste due misure sono svilite dall’introduzione di due procedure filtro: una che riguarda una verifica di sicurezza sulla potenziale pericolosità dei richiedenti asilo sbarcati nel primo paese d’ingresso, e si ha un’ulteriore procedura che riguarda la verifica sulla ammissibilità e sulla fondatezza della domanda. Cioè, bisogna filtrare i c.d. migranti econimici dai richiedenti asilo veri e propri. Quindi, sia le persone ritenute potenzialmente pericolose sia i c.d. migranti economici devono necessariamente restare nel primo paese d’ingresso. Solo a seguito di queste due procedure filtro può partire il ricollocamento tra gli altri Stati membri dell’Unione Europea. Peraltro, è stata introdotta anche una clausola che prevede un periodo transitorio di tre anni per quegli Stati che sono sempre stati refrattari all’accoglienza. Pensiamo ai paesi del Visegrád (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria n.d.r.). Loro avranno la possibilità di continuare a non accogliere, a non rispettare né il meccanismo di ricollocamento né, in buona sostanza, ad assumersi alcun tipo di responsabilità in sfregio all’articolo 80 che prevede equa ripartizione delle responsabilità e cooperazione tra tutti gli stati membri nella gestione dei flussi migratori. E, dunque, i paesi che storicamente hanno accolto di più, continueranno ad accogliere di più, mentre chi ha accolto poco o nulla continuerà ad accogliere poco o nulla. Questi sono i motivi per cui, in estrema sintesi, abbiamo votato contro.
In settimana, sarà relatrice di una proposta di modifica di una direttiva in tema ambientale. Di che cosa si tratta nello specifico?
Si tratta della direttiva che si basa sul sacrosanto principio “Chi inquina paga” e dovrebbe tutelare l’ambiente e,dunque, indirettamente la salute dei cittadini. Si prefigge come obiettivi quello della prevenzione dei danni ambientali e la riparazione del danno già causato. Abbiamo portato avanti dei lavori per la sua implementazione, per la sua modifica tenuto conto che a seguito di studi effettuati, sia da parte nostra, in commissione, sia dalla stessa Commissione Europea. Ci si è resi conto di come né si riuscisse a prevenire la commissione di danni ambientali, tenuto conto che era estremamente difficile un monitoraggio costante e capillare sul territorio, sia perché chi doveva denunciare delle attività potenzialmente pericolose, di fatto, non lo faceva, cioè, i proprietari delle stesse società, delle stesse imprese, sia perché tante volte capitava che queste imprese, queste società fallissero e, dunque, non vi fosse poi alcuna possibilità per ripristinare la situazione ambientale lesa. Noi abbiamo chiesto, innanzitutto, la creazione di un registro obbligatorio per tutte quelle imprese, quelle società, che pongono in essere delle attività potenzialmente nocive per l’ambiente; la creazione di un fondo che deve essere costituito con contributi di queste stesse società, di queste stesse imprese, in modo tale che si possa attingere da questo fondo nel momento in cui si verifica un danno per ripristinare la situazione danneggiata; che vi sia proprio una cultura della prevenzione, perché quando si parla di danni ambientali, ripeto, indirettamente si parla della salute dei cittadini e quella non ha, non può avere, un ristoro economico. Una volta che viene compromessa è difficile ripristinare lo stato di salute oramai leso.
Linda Ferrara