Prevista la realizzazione del Nuovo Porto, della Metropolitana di superficie e di una bretella stradale. La proposta è stata presentata dalla società Acquaconsult che adesso attende risposte dalla politica
Da oltre un anno giace sui tavoli dell’amministrazione comunale di Marsala un progetto che potrebbe cambiare radicalmente il volto della città. Si tratta del progetto “Grandi Opere”, frutto di un lungo lavoro di ricerca della società Acquaconsult dell’ingegnere Filippo De Vita, che dopo averne illustrato i tratti salienti all’amministrazione e aver ottenuto il via libera per andare avanti, il 17 marzo del 2016 ha depositato all’ufficio protocollo comunale la propria proposta, corredata da uno studio di prefattibilità.
Il progetto “Grandi Opere” prevede, anzitutto, la realizzazione di un Nuovo Porto turistico-commerciale (attiguo a quello esistente) capace di accogliere anche le navi da crociera e i grandi container destinati al trasporto delle merci; la realizzazione di una bretella stradale di collegamento tra il molo del Nuovo Porto e la scorrimento veloce che si innesta alla SS118 nei pressi del nuovo ospedale; la realizzazione di una metropolitana di superficie tra Castelvetrano e Trapani con una bretella ferroviaria che si immette all’interno dell’aeroporto di Birgi.
Per realizzare queste tre importanti opere (e una serie di interventi ad esse collegate) si stima una spesa di 245.000.000 € (130 milioni per il Porto, 90 milioni per la Metropolitana di superficie e 25 milioni per la bretella) che non graverebbero sulle casse comunali. Ci sarebbe infatti la possibilità di ottenere i finanziamenti europei previsti dalla programmazione comunitaria 2014/2020 con l’Asset 7, riguardante la mobilità sostenibile di persone e merci.
“Le opere in questione non entrerebbero in conflitto né con il Porto della Myr né con l’Area Vasta”, assicura l’ingegnere De Vita, spiegando che si tratta di un progetto di interesse regionale, capace dunque di inglobare quelli di dimensioni più ridotte. Inoltre, lo studio progettuale si inserisce “nella programmata realizzazione di un corridoio di collegamento tra Berlino e Tunisi, ripristinando i collegamenti economici e sociali già attivi in altre epoche storiche, utilizzando il Porto di Lilibeo come collegamento strategico tra Europa e Africa”.
Il progetto nasce con l’idea di far fronte alla crisi economica che sta interessando la provincia di Trapani in questi anni, soprattutto sul fronte occupazionale, come viene spiegato nel dettaglio all’interno della relazione illustrativa: “Tutte le attività (agricoltura, pesca, edilizia, artigianato e piccole industrie) languono. La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è ai massimi livelli (oltre il 50%) e molti giovani, soprattutto i più preparati e i più capaci, vanno a studiare al nord Italia e vi rimangono o addirittura emigrano all’estero. […] C’è un solo modo per invertire la direzione in cui si evolvono le cose ed è quella di utilizzare in modo massiccio le potenzialità e le risorse del territorio, che sono principalmente quelle turistiche (archeologiche, paesaggistiche, climatiche ed agricole). La nostra agricoltura attualmente produce per i mercati all’ingrosso e se vuole sopravvivere deve essere trasformata in agricoltura di nicchia, con produzioni di alta qualità, possibilmente a chilometro zero. In sostanza l’unica soluzione sarebbe quella di trasformare il nostro territorio in zona di svernamento (durante i mesi invernali) per le popolazioni anziane del nord e centro Europa, come lo è, per esempio, la Florida per gli Stati Uniti d’America e di divertimento per quelli più giovani, durante i mesi estivi. A questo turismo, prevalentemente costituito da pensionati e da giovani, si offre, oltre alle bellezze paesaggistiche, un buon clima, dei prodotti alimentari naturali e sani a chilometro zero e a prezzi competitivi e bassi rispetto ai luoghi di provenienza e sani divertimenti. […] Perché un piano di questo genere si realizzi, occorre una serie di infrastrutture strategiche che agevolino la mobilità del turista e la fornitura dei servizi necessari”.
Uno scenario ambizioso, che guarda anche all’incremento dei posti letto di circa 60.000 unità. Per reggere un impatto del genere si rende necessaria però anche il reperimento di nuove risorse idriche, considerato che la rete esistente è ormai ridotta a un colabrodo, con i pozzi di Sinubio che sono a rischio insalinazione. In quest’ottica, il progetto indica la necessità di una ricarica della falda e della realizzazione di un dissalatore. A proposito delle ricadute del progetto “Grandi Opere” sull’occupazione, lo scenario descritto all’interno della relazione illustrativa merita senz’altro interesse: “Dall’analisi del progetto di sviluppo turistico e agricoltura di nicchia dell’Area Metropolitana, si evince che nel caso che le ipotesi di presenza turistica vengano sostanzialmente rispettate e i fatturati (stimati mediante ipotesi conservative) si realizzano, vi sarà un occupazione diretta di 10.000 addetti (più 16.000 nuovi addetti nell’indotto, servizi e agricoltura di nicchia), per un totale di 26.000 nuovi addetti, più gli addetti alla gestione delle opere 14 realizzate, che si possono stimare, in 65 diretti e 110 indiretti per un totale di 175 addetti. Pertanto l’investimento è di circa 10.000 euro per nuovo posto di lavoro. Ciò […] consente, in un’area economicamente depressa e ad alta disoccupazione giovanile, di creare 26.175 posti di lavoro”, a cui si aggiungerebbe l’occupazione diretta per la realizzazione delle opere.
Cosa serve a questo punto per creare condizioni favorevoli al finanziamento del progetto “Grandi Opere” e alla sua realizzazione? Occorre che l’amministrazione accolga la proposta presentata da Acquaconsult, inserendola all’interno del Piano triennale delle Opere pubbliche e mettendo “nero su bianco” la manifestazione di interesse per la proposta, attraverso l’approvazione di una delibera di giunta che dovrebbe poi essere trasmessa al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. A sua volta, il Ministero dovrebbe poi inserire il progetto all’interno nel Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL). A quel punto si creerebbero le necessarie condizioni per accedere al finanziamento.
A distanza di un anno dalla ricezione della proposta e dello studio di prefattibilità, l’amministrazione comunale non ha però dato alcuna risposta ad Acquaconsult. Così, lo scorso 28 marzo, l’ingegnere Filippo De Vita ha inviato una nota di sollecito al sindaco Alberto Di Girolamo. “Stiamo valutando”, commenta l’assessore ai lavori pubblici Salvatore Accardi, lasciando intendere che un intervento di pianificazione territoriale di questo genere necessiterebbe di un coinvolgimento più ampio delle istituzioni e delle forze sociali della città. “Prima di dare l’assenso a un progetto che potrebbe stravolgere in maniera importante gli assetti di Marsala – spiega il sindaco Alberto Di Girolamo – voglio capire cosa ne pensano a Roma. Ma non mi basta parlare con un dirigente, voglio un parere ufficiale. Poi se da Roma o da Bruxelles mi chiamano dicendomi che vogliono che Marsala abbia uno dei porti più importanti del Mediterraneo, sono pronto a discuterne e a farne discutere la città”.
Nel frattempo, anche il Consiglio comunale è stato investito della questione: sempre il 28 marzo la Acquaconsult ha inviato un’ulteriore missiva, indirizzata al presidente Enzo Sturiano. Qualora la giunta non adottasse la delibera per la manifestazione di interesse, potrebbe infatti essere il massimo consesso civico a intestarsi il progetto, approvando un atto di indirizzo che impegnerebbe l’amministrazione a procedere.