Il candidato sindaco per le amministrative di Petrosino presenta il suo progetto e dice la sua sulla giunta in carica e l’affaire Licata
Anche a Petrosino è ormai entrata nel vivo la campagna elettorale in vista delle amministrative del prossimo 11 giugno. Dopo l’ufficializzazione della ricandidatura del sindaco Gaspare Giacalone, anche l’ingegnere Vincenzo D’Alberti ha sciolto la riserva confermando la propria discesa in campo con una coalizione alternativa a quella del sindaco in carica.
Cosa l’ha spinta a candidarsi?
La necessità di portare a Petrosino nuove idee, nel segno dell’innovazione e del futuro. Idee capaci di innescare uno sviluppo economico che sia rispettoso delle tradizioni e dell’ambiente ma anche dei nuovi temi comunitari, che possono portare ricchezza e innovazione. Penso a un’agricoltura sostenibile, aperta ai nuovi mercati attraverso, per esempio, un Consorzio della Doc Petrosino. Ma penso anche ai temi legati all’economia circolare, a intercettare i fondi comunitari per recuperare le zone Sic del nostro territorio e favorire la mobilità al servizio dei turisti. La giunta regionale ha da poco stilato un calendario molto fitto della programmazione comunitaria per il 2017, il 2018 e il 2019, ma il Comune di Petrosino non ha attualmente una progettualità adeguata per intercettare i relativi bandi. Mi candido per parlare del futuro della nostra città, non dell’ordinario e mi auguro che i giovani possano tornare a Petrosino mettendo a disposizione le proprie competenze, spesso brillantemente conseguite nei più prestigiosi atenei europei.
Ha già un’idea della squadra assessoriale che proporrà ai cittadini?
Sì. Prima di accettare ho chiesto di poter contare su una squadra di assessori con gente di assoluta fiducia. Per i nomi ci sarà tempo. Appena inizierà la campagna elettorale, presenteremo gli assessori. Nel frattempo abbiamo già avuto una serie di incontri con rappresentanti del mondo dell’impresa e personalità che si sono contraddistinte nel loro lavoro di ogni giorno.
In questi giorni si è parlato molto delle scelte dell’Udc a Petrosino. Ester Bonafede dice che sono con voi, Turano sostiene il contrario.
E’ noto che in tutti i partiti ci sono anime diverse. Noi abbiamo proposto un progetto che ha ricevuto molti consensi, sia da tesserati che da comuni cittadini, tra cui alcuni giovani alla prima esperienza politica. Stiamo costruendo una lista civica con alcuni esponenti politici che vogliono dare un proprio contributo. Tra coloro che hanno espresso apprezzamento per noi c’è anche Ester Bonafede. Rispetto a quanto affermato da Turano, mi limito a dire che non è chiaro come l’Udc sia organizzata in provincia di Trapani.
Con la lista per il Consiglio comunale a che punto siete?
Stiamo scegliendo i candidati. Fin qui abbiamo ricevuto tante adesioni. Adesso stiamo valutando chi può dare un contributo effettivo per la realizzazione del programma. Sarebbe prematuro dare i nomi adesso, dato che c’è tempo fino al 17 maggio per presentare le liste.
In precedenza ha avuto parole di apprezzamento per la giunta Giacalone, a proposito dei provvedimenti di ordinaria amministrazione. E’ mancato qualcos’altro a suo parere?
E’ mancata un’idea di futuro, come anche la capacità di metterci la faccia seriamente sull’agricoltura. Ed è mancato il confronto con le istituzioni romane e comunitarie. Sono loro che dettano le politiche di sviluppo oggi. Attualmente Petrosino è il Comune più povero della provincia di Trapani con un reddito pro capite di 11 mila euro. Il futuro dei giovani passa dal confronto con le istituzioni nazionali ed europee. Non si conclude nulla facendo il sindaco dietro al passaggio a livello.
Ha fatto meglio la giunta Giacalone o quelle precedenti?
L’amministrazione in carica ha fatto bene l’ordinaria amministrazione. Quelle precedenti hanno una storia diversa. Biagio Valenti ha messo in sicurezza i conti comunali e senza quel lavoro la giunta Giacalone non avrebbe potuto lavorare. Anche le amministrazioni precedenti, però, hanno lavorato bene. E’ innegabile che Giacomo Licari, per esempio, si sia impegnato anima e corpo per Petrosino.
Come ha operato, secondo lei, il sindaco Giacalone sulla vicenda di Michele Licata?
Non credo abbia operato. Ha operato la magistratura. Però non sono d’accordo sulla costituzione di parte civile. La politica deve pensare a tutelare i lavoratori del Baglio Basile, una struttura che dà occupazione e servizi turistici importanti per il nostro territorio. Michele Licata ha sbagliato e pagherà. Ma prima si difende il lavoro, poi il resto.
Recentemente si è verificata a Petrosino una vicenda che ha molto turbato la comunità. Mi riferisco alla sparatoria nei pressi del chiosco vicino il Municipio. Da sindaco come avrebbe affrontato questa situazione?
Lì la politica non c’entra. Pare sia stato un atto intimidatorio tra persone, sicuramente non è stato un atto mafioso. Al sindaco tocca far sì che la sicurezza venga tutelata attraverso un efficiente servizio di videosorveglianza e chiedendo la presenza delle forze dell’ordine.