Era fissata per oggi, davanti al gup Riccardo Alcamo, l’udienza che avrebbe dovuto decidere l’eventuale rinvio a giudizio di Michele Licata. Sarà però necessario attendere ancora – precisamente fino al 9 novembre – per conoscere il primo epilogo di questa vicenda giudiziaria. Da parte del giudice Alcamo è infatti arrivato un ulteriore rinvio, ritenuto necessario per assumere le informazioni dall’amministratore giudiziario per verificare quali strumenti siano stati effettivamente messi in campo per assolvere definitivamente alle obbligazioni tributarie richieste a Licata. Il 28 settembre i legali dell’imprenditore lilybetano – Stefano Pellegrino, Carlo Ferracane e Salvatore Pino – avevano chiesto al giudice un altro mese di tempo per far sì che il proprio assistito versasse altri due milioni di euro nelle casse dell’erario, che si aggiungerebbero ai 4 milioni già versati. I pagamenti, però, devono essere autorizzati dal giudice di prevenzione Messina, tenuto conto che il patrimonio dell’imprenditore è stato sottoposto a sequestro in seguito all’operazione del 22 aprile del 2015. Esaurito dunque quest’ultimo passaggio, si potrebbe procedere al patteggiamento.
Parallelamente al procedimento in corso davanti al gup Riccardo Alcamo, Licata e i suoi familiari stanno seguendo con attenzione anche quello in corso a Trapani, presso la Sezione Misure di Prevenzione e relativo al sequestro delle strutture che fanno parte dell’impero messo assieme anno dopo anno dall’imprenditore marsalese nel settore della ristorazione e della ricezione turistica e rispetto al quale gli inquirenti hanno registrato una forte sperequazione tra il patrimonio effettivo e il reddito dichiarato. In questo secondo procedimento si attende il completamento del lavoro di tre periti e di un consulente a suo tempo nominati. La mole del lavoro richiesto ha portato recentemente alla richiesta di una proroga dell’incarico. Su questo fronte, con ogni probabilità, la decisione finale dovrebbe arrivare a gennaio.