Giuseppe Ribaudo di 59 anni, primario dell’unità operativa di chirurgia generale dell’ospedale “Paolo Borsellino”, ha patteggiato la pena (sospesa) di sette mesi di reclusione, con il pagamento di una multa di 290 euro. Il processo si è svolto davanti al GUP Annalisa Amato. L’ipotesi di reato a carico del medico è truffa aggravata in danno dell’Asp. Secondo l’accusa, il medico avrebbe intascato le somme versate da alcuni pazienti che sono stati sottoposti a visite mediche specialistiche “intramoenia” effettuate nel suo studio privato. Denaro che sarebbe dovuto essere versato all’Asp, pare che i pazientinon sarebbero stati avvertiti sulla possibilità di prenotare le visite al Cup. A condurre l’indagine è stata la sezione di pg della Guardia di finanza presso la procura, indagine coordinata dal procuratore capo Alberto Di Pisa e dal sostituto procuratore Anna Sessa. Così commentano i difensori del medico: gli avvocati Stefano Pellegrino e Arianna Rallo: “Abbiamo scelto la definizione anticipata del processo, patteggiando la pena, per evitare che le lungaggini processuali potessero nuocere alla stima e dignità professionali delle quali gode notoriamente il dott. Ribaudo nel nostro territorio. Peraltro – continuano Stefano Pellegrino ed Arianna Rallo -, la modesta rilevanza penale delle condotte contestate e la esiguità del danno economico per l’ASP (invero, poche decine di euro) sono ancor più evidenziate dalla corretta e garantista adesione del P.M. alla richiesta di patteggiamento.
E’ bene precisare che le diverse disposizioni di legge in materia sanitaria, che, di recente, si sono sovrapposte, risultano di difficile interpretazione. Pertanto, frequentemente, i medici, come anche il dott. Ribaudo, si trovano costretti a rimuovere gli ostacoli burocratici che di fatto ostacolano la effettività dell’assistenza medica”.
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