Lo aveva annunciato da mesi, tra accuse e avvertimenti: “Se le istituzioni continuano così, porterò via la squadra”. Ora le parole di Valerio Antonini sembrano trasformarsi in fatti. Secondo indiscrezioni, venerdì sarebbe arrivato il parere legale richiesto dal sindaco Giacomo Tranchida agli avvocati romani sulla validità della convenzione stipulata con la società del patron romano. I legali, a quanto trapela, avrebbero dato ragione al Comune, mentre la documentazione è stata secretata dal segretario generale Giovanni Panepinto per consentire ulteriori verifiche interne. Di fronte alla notizia, Antonini ha reagito con toni durissimi, annunciando che dal 15 dicembre la Trapani Shark giocherà fuori il capoluogo di Provincia a partire dal match contro Udine. “Ho dato mandato al mio team di cercare in Sicilia i palazzetti disponibili, e ne abbiamo già tre pronti ad accoglierci”, ha dichiarato in un video diffuso sui social.
Il patron, da tempo in aperto contrasto con il sindaco, ha accusato Tranchida di essere “il responsabile dell’addio della squadra più importante della Sicilia”. La decisione, che segna una frattura ormai insanabile tra società e amministrazione comunale, prevede che la squadra continui ad allenarsi al PalaShark, ma senza più disputarvi gare ufficiali. Antonini ha infine confermato che la società tutelerà le proprie ragioni in sede legale, pronta a ricorrere al Tar e a chiedere risarcimenti per i danni subiti.
Un epilogo che lui stesso aveva previsto e che oggi, tra rabbia e amarezza, sembra diventato realtà.
Nel frattempo arriva una multa per la Trapani Shark, per oltre 2.600 euro dalla FIP dopo la 4ª giornata di LegaBasket Serie A. Il club siciliano è stata l’unica delle sedici società a ricevere una sanzione pecuniaria, e il motivo è relativo alle “offese collettive e frequenti nei confronti di un tesserato ben individuato”. In particolare la tifoseria granata alla Cittadella dello Sport si è pizzicata con Christian Vital. Due ammonizioni, una per Marco Picchi, presidente della Bertram Derthona, “perché in un’occasione si alzava e protestava con gesti evidenti avverso le decisioni arbitrali“.