Un apprendimento scolastico per la salute mentale

redazione

Un apprendimento scolastico per la salute mentale

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mercoledì 08 Ottobre 2025 - 17:30

Con introduzione di Bonifazio Mattei (“Un non mai domato amore”), il libro “La scuola in sospeso” di Gustavo Micheletti (Marcianum Press, 2025), si presenta come un atto di resistenza e una sfida all’attuale tendenza scolastica improntata su quiz, riunioni e valutazioni cronicizzate, condotte subordinate alla meritocrazia e burocratizzata da continue sollecitazioni governamentali dad. Micheletti, da canto suo, propone – crediamo – una scuola fondata sul piacere intelligente dell’apprendimento, sugli interessi autentici degli alunni e sulla loro capacità di scegliere consapevolmente .

L’opera è un ibrido tra saggio e auto-narrazione, in cui il percorso personale di Micheletti (dall’infanzia all’insegnamento) diventa spunto per una riflessione critica. Il testo sostiene che la scuola può ancora far crescere bene i ragazzi se si lascia guidare da motivazione, dubbio e curiosità, anziché da paura o dalla dilagante “buro-pedagogia”.

Micheletti riprende un aforisma di Einstein (p.133), sottolineando l’importanza di evitare metodi basati su paura, forza e autorità artificiosa. Questo invito si estende anche all’approccio con l’innovazione, come la digitalizzazione: l’autore non è contrario alla tecnologia in sé, ma alla sua riduzione a mera propaganda di efficienza o a didattica a distanza decontestualizzata e priva di attiva partecipazione, che rischia di produrre soggetti sottomessi e deresponsabilizzati. Le costrizioni, infatti, distruggono la sincerità, l’autostima e la cura di sé come voglia di autonomia dell’allievo e potenziamento delle proprie capacità.

Il volume indica nella fiducia e nel ben-essere le basi per una vera salute mentale e sociale nell’educazione, che altrimenti rischierebbe di restare incompiuta. A sostegno di questa visione, l’autore dedica spazio alla scuola “Joan Mirò” come esempio concreto.

Questo modello si basa su osservazione diretta, apprendimento pratico e un “nutrimento” culturale attraverso arte, scienze, musica e cinema. È un luogo dove si impara anche passeggiando, leggendo poesie sui muri e partecipando a incontri dialogici. La “Joan Mirò” che, idealmente sembra richiamare la “Città del sole” di Campanella, mostra come il sapere possa crescere in una comunità dialogica (vivendo spazi culturali condivisi e arricchiti da iniziative come le “Conferenze day”: ogni alunno, a turno, propone il proprio tema di lettura e riflessione alla discussione collettiva), valorizzando la dimensione politico-culturale della formazione e rendendo l’alunno protagonista del proprio cammino.

In chiusura, il libro fa eco a Giulio Giorello (p. 136), che esalta i libri come “mezzo impagabile per allenare la mente” e come chiave per conoscere l’anima dell’autore e quella del “lettore complice”.

“La scuola in sospeso” è un contributo stimolante per ripensare la scuola contemporanea non come luogo di addestramento, ma come spazio di crescita, salute mentale e responsabilità condivisa.

Antonino Contiliano

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