Trapani Cambia e Nino Oddo intervengono sul futuro del Porto del capoluogo

redazione

Trapani Cambia e Nino Oddo intervengono sul futuro del Porto del capoluogo

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mercoledì 21 Ottobre 2015 - 11:52

Due note diverse per forma e contenuto. Ma da cui si evince non poca preoccupazione per il futuro del porto del capoluogo. Il movimento Trapani Cambia e il deputato regionale socialista Nino Oddo hanno infatti inviato due comunicati agli organi di stampa in cui chiedono attenzione, da una parte, in merito al possibile accorpamento tra il porto trapanese e quello palermitano. Dall’altra sul Consorzio degli operatori portuali, costituitosi lo scorso anno e adesso alle prese con la designazione dei nuovi vertici, dopo la sfiducia dei soci nei confronti del presidente Andrea Di Martino.
È attualmente in discussione a Roma – si legge nella nota di “Trapani Cambia”la proposta di decreto legislativo, in attuazione del piano nazionale della logistica, che prevede l’accorpamento del porto di Trapani sotto l’egida dell’autorità portuale di Palermo. Provvedimento che dovrebbe essere spunto per attente riflessione e analisi considerato l’impatto che avrà sul futuro della nostra città. Considerato che nessuno ne parla, proviamo a farlo noi. E lo facciamo con semplici domande a cui vorremmo, invece, sia data risposta seria e competente”.
Il movimento civico, in particolare, sollecita i senatori Maurizio Santangelo, Antonio D’Ali, Pamela Orrù e i deputati regionali Girolamo Fazio, Nino Oddo, Paolo Ruggìrello, Baldo Gucciardi e Mimmo Turano a dare seguito a quattro interrogativi:
1) È vero che Trapani, che non è più sede di autorità portuale da oltre 5 anni, si trova ricompresa nella bozza di decreto, nonostante il fatto che il piano nazionale della logistica prevede l’accorpamento di autorità portuali “esistenti”, a differenza, ad esempio, di Porto Empedocle, altro porto siciliano di interesse nazionale privo di autorità portuale, che però non viene appunto citato nel testo dello stesso decreto?
2) Dato che un eventuale accorpamento con Palermo non pare giustificato da motivi di economia, di bilancio né da motivi legati alla logistica dei trasporti portuali, quali sono i reali motivi politici che spingono a questo accorpamento?
3) È stato correttamente valutato che, in caso di accorpamento, il porto e la città di Trapani, sarebbero subordinati agli interessi del porto e della città di Palermo che difficilmente lascerebbero spazio ad una crescita del nostro territorio?
4) L’ipotesi, prospettata dal presidente dell’autorità portuale di Palermo, di inglobare il porto di Trapani nella sfera amministrativa dell’autorità di Palermo, facendolo diventare approdo “strategico” può considerarsi per Trapani favorevole, ricordandoci che ogni iniziativa dovrà subordinarsi alla crescita, alle decisioni ed alle volontà di Palermo?
Lo diciamo senza mezzi termini – conclude la nota – ma a noi pare che con questo provvedimento si stia svendendo a Palermo uno degli strumenti più preziosi per lo sviluppo del nostro territorio: il porto. E questo dopo aver messo l’ipoteca anche sull’aeroporto. I cittadini di questo territorio hanno il diritto di pretendere delle risposte. E le attendiamo con ansia”.
Argomento diverso, come detto, quello toccato dal deputato regionale Nino Oddo. Che parla sempre di Porto, soffermandosi però sul Consorzio:
L’avevo detto circa un anno fa in occasione dell’istituzione del Consorzio del Porto di Trapani. Attraverso uno “strano” comunicato stampa avevo, da un lato, elogiato l’iniziativa intrapresa dagli imprenditori operanti nell’area portuale, augurando loro che grazie ad un progetto consortile si procedesse uniti verso l’azione di rilancio economico dell’infrastruttura ma, allo stesso tempo, avevo espresso forti dubbi sulla designazione a presidente di Andrea De Martino. Ebbene, a distanza di un anno, i fatti mi hanno dato ragione. Ho appreso infatti che i soci del consorzio avrebbero prima sfiduciato De Martino e poi proceduto allo scioglimento del Consorzio e alla nomina di un commissario liquidatore. Il Consorzio del Porto pertanto dovrà ripartire da capo, con un nuovo atto costitutivo tra i soci e un nuovo presidente. Mi auguro che la prossima volta la scelta sia più oculata e aderente agli interessi reali degli operatori portuali del trapanese”.

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