Proseguono gli appuntamenti con cadenza quasi mensile del prefetto di Trapani con la stampa. Al centro dell’incontro di oggi una …trasmissione televisiva. Lo scorso appuntamento con i giornalisti era stato caratterizzato dalla presenza di Giulio Golia speaker della popolare trasmissione “le Iene”. Allora il prefetto, alle insistenti domande sulla vicenda relativa a Maria Concetta Riina, nipote del boss mafioso Totò, aveva risposto che il ministero degli Interni gli aveva dato indicazioni di non rispondere a domande sull’argomento. La donna – lo ricordiamo – lavorava presso un’azienda marsalese ed era stata licenziata a seguito di un provvedimento interdittivo che aveva raggiunto il suo datore di lavoro. Dopo che la trasmissione sull’argomento è stata mandata in onda, il prefetto ha avuto il via libera dal suo ministero per rispondere alle domande. “Con la legge che è stata modificata – ci ha detto Leopoldo Falco -, le responsabilità dell’autorità prefettizia sull’argomento sono aumentate. Le imprese che vogliono partecipare ad appalti pubblici debbono richiedere al prefetto di essere ammessi in una apposita lista. Naturalmente da parte nostra occorrono delle indagini, che a volte si concludono con la impossibilità di dare una risposta positiva. Dato che non esiste una zona grigia, o si è iscritti nell’apposita lista white o si finisce per avere negato l’accesso agli appalti”. Insomma, da quello che si capisce, l’interdittiva al datore di lavoro della Riina sarebbe arrivata perché si presume che abbia avuto dei rapporti con i fratelli mafiosi Riina. Il Tar però nei mesi scorsi ha stabilito la sospensiva del provvedimento. “La sospensiva accordata consente anche a questi uffici di continuare a fare delle proprie “indagini” sul caso – ha detto il prefetto – magari avvalendoci di conclusioni a cui arriverà la magistratura. Infatti io non posso, anche se ne fossi a conoscenza, rivelare indagini in corso. Il tempo però è galantuomo. Vedremo”. Intanto si è appreso che il giudizio di merito si avrà da parte del Tar di Palermo, nel mese di giugno del 2016. Altro argomento “caldo” che si affrontato con il prefetto è quello relativo all’aeroporto di Birgi. Alla luce anche delle recenti affermazioni da parte della compagnia area Ryanair che sembrerebbe privilegiare, per il futuro, gli scali di Palermo, Catania e Comiso. “Sono preoccupato per l’atteggiamento del socio di maggioranza dell’Airgest – ha detto Leopoldo Falco riferendosi alla Regione Sicilia che è proprietaria del 62% delle quote della società che gestisce lo scalo trapanese -. Sono mesi che non riescono a mettersi d’accordo sulla composizione del Cda. Anche l’ultima vicenda della mancata nomina perché non si è tenuto conto della cosiddetta quota rosa, lascia perplessi”. Poi il prefetto è tornato sulla vicenda dell’accordo di co-marketing con il quale i 24 comuni delle provincia si sono impegnati a partecipare al “mantenimento” dello scalo Vincenzo Florio. “Anche se con ritardo e tra mille difficoltà – ha concluso Leopoldo Falco -, i comuni stanno onorando il loro impegno. Ma si tratta di una piccola parte, il resto debbono farlo i soci, soprattutto la Regione che detiene la maggioranza. Non vorrei che l’accordo di co-marketing e il suo difficoltoso iter fosse preso come una scusa per giustificare eventuali inadempienze di altri soggetti”
Trasporti