È un grido d’allarme quello lanciato dai dipendenti della Trapani Servizi, la società partecipata del Comune che si occupa della gestione dei rifiuti. Una lettera accorata, letta in Consiglio comunale dal consigliere Salvo Daidone di Sud chiama Nord, e laconicamente firmata: “I dipendenti della Trapani servizi”, denuncia una situazione che rischia di portare al collasso l’intero sistema di raccolta e smaltimento rifiuti della città. “Solo 20 giorni di vita”, scrivono i lavoratori, “poi non potremo più ricevere rifiuti”. Dietro questo conto alla rovescia si nasconde una crisi profonda fatta di impianti malfunzionanti, milioni di euro sprecati e una gestione amministrativa oggetto di indagini giudiziarie. L’impianto di trattamento, costato 1,5 milioni di euro, si è rivelato un costoso fallimento: “Un semplice apri sacchi con una targhetta da trituratore”, accusano i dipendenti. Nel frattempo, il Biotunnel è fermo e il nuovo capannone per il trattamento del sottovaglio non ha mai lavorato neppure un grammo di rifiuti, nonostante i milioni spesi per la sua realizzazione.
Una gestione al centro delle polemiche
Al centro delle accuse da parte dei dipendenti della Trapani servizi emergono i nomi di Carlo Guarnotta, amministratore unico di Trapani Servizi, e Giuseppe Ullo, direttore amministrativo, entrambi sotto inchiesta. I magistrati li accusano di turbativa d’asta e corruzione in merito a un concorso, che avrebbe favorito lo stesso Guarnotta per il ruolo di direttore generale. Ma la gestione contestata non si limita alle vicende giudiziarie. Gli stessi dipendenti puntano il dito contro acquisti sbagliati e scelte tecniche discutibili che hanno portato alla paralisi degli impianti. “Ci piacerebbe conoscere gli autori degli errori che hanno portato allo sperpero di milioni di euro”, si legge nella lettera dei lavoratori. Gli stessi denunciano un atteggiamento di “menefreghismo” da parte della dirigenza e un’improvvisazione tecnica che ha trasformato un tempo “il fiore all’occhiello delle amministrazioni” in un’azienda sull’orlo del baratro.
Impianti fermi e stipendi a rischio
La lettera, dura e dettagliata, descrive uno scenario allarmante. Gli impianti sono in gran parte inattivi: il trituratore CoFarm non funziona come previsto, il Biotunnel non rispetta i parametri richiesti per lo smaltimento e il nuovo capannone, costruito per il trattamento del sottovaglio, non ha mai operato. “Hanno speso tanti milioni per ricostruire un impianto che non funziona”, denunciano i lavoratori, che temono ora per il proprio posto di lavoro e per il futuro delle loro famiglie. A complicare la situazione, l’azienda sarebbe ormai quasi priva di credibilità. I comuni della provincia conferirebbero sempre meno rifiuti, mentre i lavoratori ricordano con amarezza un passato in cui l’impianto funzionava a pieno regime. “C’era un trituratore austriaco che garantiva un trattamento impeccabile”, scrivono. “Oggi assistiamo al progressivo declino senza che nessuno prenda provvedimenti”.
L’appello alla politica
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Il sindaco Giacomo Tranchida ha dichiarato di condividere almeno in parte le preoccupazioni dei dipendenti, aggiungendo di aver sollecitato il Consiglio di amministrazione a dotarsi di consulenti esterni per chiarire la situazione. “Non è un caso che Serenambiente sia stata chiamata in supporto”, ha sottolineato Tranchida, “e non è un caso che mi interroghi anch’io su chi abbia acquistato un apri sacchi spacciandolo per un trituratore”. Anche il consigliere del gruppo misto Tore Fileccia ha espresso preoccupazione. “La situazione è allarmante”, ha affermato. “Da mesi denuncio le stesse criticità senza ottenere risposte. Gli impianti sono saturi, il rifiuto lavorato non è a norma e non può essere smaltito. L’anno scorso si misero i lavoratori in ferie forzate con stipendi ridotti. Oggi, il rischio è lo stesso”. Fileccia ha poi stigmatizzato l’atteggiamento della dirigenza, ricordando il recente viaggio di quattro vertici aziendali a una fiera del settore a Rimini: “In piena crisi economica, non è accettabile”. Mentre i dipendenti chiedono risposte e interventi immediati per salvare l’azienda, la politica locale sembra ancora alla ricerca di soluzioni.
Il testo della lettera
“Sig. Consigliere in un contesto silenzioso, nessuno parla delle problematiche della Trapani Servizi S.p.A., una volta il fiore all’occhiello delle Amministrazioni Comunali che si sono succedute.
Quotidianamente noi dipendenti della Trapani Servizi manifestiamo le preoccupazioni per lo stato in cui si trova la Società infatti ogni giorno osserviamo uno stato di menefreghismo da parte della Dirigenza nonostante i problemi tecnici che ci stanno portando alla chiusura definitiva.
Da tempo si parla di un errato acquisto effettuato dalla società per quanto riguarda un apri sacchetti al posto di un vero trituratore e di un impianto Biotunnel che dal giorno 01-01-2024 è stato disattivato perché gli esami di laboratorio hanno evidenziato che i valori ottenuti di indice respirometrico non permettono lo smaltimento quindi ci piacerebbe conoscere gli autori dell’acquisto che hanno sperperato circa € 1.500.000 per poi trattarlo come ferro vecchio.
Dai sopralluoghi effettuati dai tecnici di SRR di Ragusa e da Hera le conclusioni sono identiche, infatti, entrambi hanno evidenziato in maniera decisa che:
il famoso trituratore CoFarm in realtà è solamente un apri sacchi con una targhetta da TRITURATORE…l’impianto biotunnel è famoso in tutta la Sicilia sia perché non è funzionante ma serve solo per i rifiuti organici.
il vaglio presente in impianto non funziona e ha bisogno di un foro di 50.
il nuovo capannone dove dovrebbe essere fatto il trattamento del rifiuto chiamato sottovaglio non funziona infatti dalla riapertura ad oggi non è stato smaltito neanche 1 gr di rifiuto quindi questa porterà alla chiusura definitiva della società.
Hanno speso tanti milioni di Euro per ricostruire un impianto che non funziona invece di adeguarlo alle normative ambientali attuali e ci piacerebbe sapere quanto hanno speso per un impianto che non funziona.
Spesse volte il presidente si avvicina a noi con un senso di superiorità di intelligenza e furbizia dicendoci che i problemi della Trapani Servizi sono solamente politici ma noi che viviamo in impianto da decine di anni sappiamo che sono solo scuse e sappiamo anche che se non si prenderanno provvedimenti tecnici immediati finiremo senza lavoro.
Noi abbiamo assistito al Sig. Ullo che con una certa urgenza si preoccupava a portare avanti i lavori di ricostruzione nonostante l’impianto era danneggiato dall’anno 2020 senza che nessuno muoveva un dito.
Il Sig. Ullo ora è sparito completamente e non ci spieghiamo il perché …forse sapeva che l’impianto non funzionava? Aveva obbiettivi personali?
Altro episodio sospetto è stato quando abbiamo manifestato all’Ing. Bellofiore che il trituratore non funzionava e era solo un apri sacchi… il giorno dopo il Sig. Ullo è sceso e ci ha insultati con tutte le parole possibili dicendo che nessuno si doveva permettere di parlare…per lei significa qualcosa?
I tecnici della SRR e Hera hanno detto chiaramente che i sistemi di biostabilizzazione che forniscono risultati sono le biocelle e la rivolta cumuli una volta esistente in impianto e rottamata su decisione del Sig. Ullo per la costruzione del capannone che doveva ricevere l’impianto biotunnel.
Noi ancora non riusciamo a capire come mai tutti i lavori sono stati consegnati al Sig. Ullo e non a tecnici specializzati come quelli che sono venuti a visitare l’impianto.
Dopo i fatti di giustizia che hanno coinvolto il Sig. Ullo e il Sig. Guarnotta non ci spieghiamo come mai nessuno della proprietà ha fatto qualcosa ormai è chiaro che la società non ha più credibilità, infatti, entra pochissimo rifiuto da parte dei comuni trapanesi.
Altro fatto gravissimo è il viaggio di piacere alla fiera di Rimini che nessuno della proprietà ha vietato di farsi con i soldi della Trapani servizi anzi ogni anno vanno due persone invece quest’anno forse per festeggiare la prossima chiusura sono andati in quattro ma la cosa di cui ci poniamo domanda è come mai un presidente avvocato vada in viaggio con due persone indagate.
Noi ancora viviamo di bei ricordi quando nell’impianto c’era un vero trituratore di marca austriaca e che il rifiuto veniva triturato e il sottovaglio sembrava caffè
Noi abbiamo assistito ad un consiglio comunale dove si sono fatti nomi e cognomi e sospetti su acquisti sbagliati ma da quel momento in poi niente si è più saputo almeno pubblicamente e questo ci porta paura per il nostro posto di lavoro e per il futuro delle nostre famiglie.
Noi non sappiamo cosa vi dicono ma possiamo assicurarvi che abbiamo qualche altro spazio vuoto e che appena riempito non permetterà di continuare il ricevimento di rifiuti.Abbiamo 20 giorni di vita…per favore prendete in mano la situazione perché non vogliamo perdere il lavoro e non vogliamo distruggere il futuro dei nostri figli.
Vogliamo riempire che la Trapani servizi ritorni ad essere quella che era prima dove si occupava di tutto nella città di Trapani.
- Chi ha acquistato l’apri sacchi?
- Chi ha acquistato l’impianto Biotunnel?
- Chi non ha voluto fare la biocelle?
Per favore salvate Trapani Servizi e noi tutti. Speriamo che questa lettera può sbloccare una indagine sia politica che dalle forze dell’ordine”