Il 9 luglio è attesa la sentenza per Giacomo e Piernicola Abrignani. È ancora in corso il processo per nove braccianti agricoli
Il pubblico ministero ha invocato una condanna a 3 anni e mezzo e duemila euro di multa per Giacomo e Piernicola Abrignani, padre e figlio, di 61 e 37 anni, uno ex rappresentante e l’altro impiegato della CIA di Strasatti, assistiti dall’avvocato Diego Tranchida e dal legale Giacomo Pipitone. Il pm ha chiesto l’assoluzione per prescrizione dei fatti antecedenti al 24 ottobre 2007. Si tratta del processo scaturito dall’operazione condotta dalla sezione di pg della Guardia di Finanza e coordinata dal Procuratore capo Alberto Di Pisa e dal sostituto procuratore Nicola Scalabrini secondo cui sarebbe stata messa in atto una truffa all’INPS pari a circa trecentomila euro nel periodo che va dal 2000 al 2011. All’epoca scattarono tre arresti. Tra le persone coinvolte Giacomo Passalacqua, commercialista di 71 anni, responsabile delle Acli di Strasatti, assistito dall’avvocato Paolo Paladino, circa due anni fa ha patteggiato la pena sospesa di due anni. Furono poi denunciati 15 braccianti agricoli cinque dei quali hanno patteggiato pene (sospese) dal otto mesi ad un anno. Un altro ha ricorso al rito abbreviato ed è stato condannato a otto mesi, anche in questo caso con pena sospesa. Per gli altri nove il processo è ancora in corso, sempre innanzi al giudice monocratico Giacalone. Il prossimo 9 luglio è attesa la sentenza per Giacomo e Piernicola Abrignani, ma, in sede di discussione finale gli avvocati hanno chiesto l’assoluzione: “I nostri assistiti curavano solo la stesura delle buste paga, mai avuto rapporti con il datore di lavoro e gli stessi braccianti hanno detto di non essere entrati nei locali della CIA”.