Al “Cavour-Mazzini” di Marsala la figura di Padre Puglisi raccontata agli studenti

redazione

Al “Cavour-Mazzini” di Marsala la figura di Padre Puglisi raccontata agli studenti

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venerdì 01 Marzo 2024 - 07:38

Chi è stato don Pino Puglisi? Da questo interrogativo è nato il libro “Un prete contro la mafia, storia di Pino Puglisi, dei suoi ragazzi e di Brancaccio” scritto dal giornalista siciliano Danilo Procaccianti e presentato ieri agli alunni della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo “Cavour-Mazzini” di Marsala.

Il giornalista della trasmissione televisiva “Report” ha preso parte all’incontro moderato dal docente Daniele D’Eletto, referente alla legalità, dal giovane Matteo Tumbarello e coordinato dalle docenti Rosalba Nizza e Anna Scudiero. Dopo i saluti istituzionali della dirigente scolastica Annalisa Giacalone, tante sono state le domande che gli alunni e le alunne hanno rivolto al giornalista, suscitando diversi momenti di riflessione. «Si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale – ha detto Procaccianti – era esattamente quello che aveva capito don Pino: la mafia non è solo l’organizzazione criminale che terrorizza e uccide, la mafia è una mentalità, è un modo di vivere. La mafia siamo noi quando vediamo gesti di bullismo e voltiamo la testa dall’altra parte, in questo modo diamo forza a chi non ce l’ha; la mafia siamo noi quando non accettiamo le regole, coloro che ottengono il consenso attraverso la violenza sono sfigati!».

Per contrastare povertà, degrado, analfabetismo, violenza, Don Pino Puglisi toglieva i giovani dalla strada e gli dava un luogo in cui crescere», ha aggiunto Procaccianti. «Padre Pino Puglisi non era un eroe e soprattutto non era un eroe antimafia. Lui rifiutava questa etichetta. Era semplicemente un prete, un prete buono che predicando il Vangelo trovava naturale aiutare i giovani, gli adolescenti ed i bambini del suo quartiere, Brancaccio, dall’abbraccio mortale della mafia. Il suo sorriso fu la sua forza, con il suo sorriso disarmato, disarmava», ancora il giornalista. Poi l’appello del giornalista ai giovani studenti: «Fatevi sempre delle domande, incuriositevi, e quando qualcuno vi dice stai zitto, voi alzate la voce, siate liberi». A conclusione dell’incontro la dirigente scolastica ha espresso un vivo ringraziamento all’autore per l’importante contributo dato alla costruzione della cultura del rispetto e della legalità.

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