La sconfitta di tre anni fa brucia ancora. Per il modo in cui è avvenuta e per le lacerazioni che ha lasciato nell’area del centrosinistra dopo i cinque anni di amministrazione Di Girolamo. Di quella Giunta, Agostino Licari era il vicesindaco, prima carica assessoriale ricoperta dopo diverse esperienze da dirigente di partito e da consigliere comunale. Adesso, dalle file del Pd, intende contribuire a rimettere insieme i cocci di una coalizione in grado di riproporre la sinistra alla guida della città nel 2025.
Oggi come vede il campo progressista a Marsala?
Debole. Bisogna che esca fuori con più forza e credibilità per opporsi a questo governo di destra incapace e inefficiente. E’ un momento molto delicato per il Paese e per la nostra città, alla luce delle conseguenze della pandemia, che però hanno anche dato la grande opportunità del PNRR. Si tratta di risorse, al momento, sembrano ben utilizzate solo dai Comuni settentrionali e questo è un fattore che potrebbe determinare un ulteriore aumento del divario tra Nord e Sud. Anche Marsala, purtroppo, è tra gli esempi peggiori, in tal senso. C’è la necessità di creare un’alternativa a questa Giunta, che rappresenta il canto del cigno di una certa Prima Repubblica e che sta producendo ulteriore disaffezione verso la politica da parte dei cittadini. Purtroppo la sinistra non sta riuscendo ad attrarre consensi, anche se la svolta di Elly Schlein mi rende fiducioso. La nuova segreteria sta dando una nuova identità, sia sul fronte dei diritti che sul sociale, con la proposta del salario minimo e l’attenzione al precariato. Mi pare che stiamo, finalmente, ricominciando a dire qualcosa di sinistra. Elly Schlein ha inoltre chiuso la Festa dell’Unità a Ravenna, parlando di un partito aperto, in cui le decisioni più importanti vengono prese dagli iscritti, attraverso l’istituto delle primarie. Abbiamo di fronte una destra che mi preoccupa tantissimo: da un lato ci sono le promesse non mantenute e una manovra economica che sta riproponendo la vecchia logica dei condoni; dall’altro, è in atto il tentativo di riscrivere la Storia italiana, attraverso un’occupazione dei posti di potere che impone un revisionismo inquietante, in un momento in cui si legge sempre meno e ci si informa prevalentemente sui social. Le persone che mancano di giudizio critico o di un solido background culturale rischiano di essere vittime di questo meccanismo.
Di fronte a tutto ciò, cosa serve?
Serve che la sinistra smetta di guardarsi l’ombelico dividendosi su tutto per cominciare a creare un’alternativa di governo nel Paese, ma anche a livello regionale e nella città di Marsala, a partire dal mio partito, che dalle ultime elezioni continua a vivere un perdurante stato di lacerazione.
Il centrosinistra, tuttavia, nel 2015 aveva vinto largamente. Dopo cinque anni ha perso gran parte dei consensi, consegnandosi a una delle più rovinose sconfitte della sua storia. Dove avete sbagliato?
La nostra amministrazione aveva una visione della città, in termini di innovazione tecnologica, dell’ambiente, delle isole pedonali, delle piste ciclabili, di una certa idea di modernità. I nostri grandi limiti sono stati la comunicazione e la condivisione. Le scelte, anche le migliori, non possono essere adottate senza la condivisione del percorso da parte della coalizione. Quest’aspetto è mancato, ed è stato il più grande limite. Poi, però, c’è stato anche chi non ha voluto presentare le liste elettorali…
Da dove si riparte?
Noi abbiamo fatto un congresso, per certi versi doloroso. Da allora è mancata partecipazione di tanti iscritti alle assemblee: si tratta di un errore. A quei compagni che hanno visioni diverse chiediamo di dare una mano, anche in dissenso, con critiche costruttive. All’orizzonte c’è un impegno importante, con le elezioni Europee, poi ci sono le amministrative del 2025. Per essere credibile il Pd non si può presentare disunito. Lancio, dunque, un appello accorato affinchè tutti diano una mano per il riscatto di Marsala da un’amministrazione deludente.
Oltre al Pd quali partiti dovrebbero far parte di questa nuova coalizione?
Penso che dobbiamo partire da un campo più largo possibile con le forze di centrosinistra – M5S, Rifondazione, socialisti – e se riusciremo anche con Italia Viva, Azione e +Europa. Su scala nazionale questi partiti non sempre trovano la quadra, ma a livello locale abbiamo il dovere di riunire le forze alternative a Fratelli d’Italia e Lega, non limitandoci solo ai partiti politici, ma aprendoci anche ai movimenti. Riterrei sbagliato, tuttavia, puntare solo sul civismo, eliminando i partiti.
Il candidato sindaco si sceglierebbe con le primarie?
Assolutamente sì. A maggior ragione perchè non abbiamo un sindaco uscente di centrosinistra. Altrettanto importante è la redazione di un programma, con punti qualificanti che dovranno essere condivisi con i partiti, ma anche con i cittadini che dovranno votare. L’obiettivo a far ri-innamorare della politica i cittadini.
Agostino Licari può essere uno dei candidati alle primarie?
Diamo ognuno un contributo. Io il mio l’ho dato.