Quattro spettacoli in due giorni. Una formula collaudata lo scorso anno e riproposta dal direttore artistico Fabrizio Lombardo per la seconda edizione del Marsalallah Micromini Festival, in programma il sabato 22 e domenica 23, presso l’Atrio Comunale (con ingresso gratuito).
Dopo la pandemia, questi 12 mesi hanno visto il ritorno alla piena fruizione dei teatri e degli spazi culturali. Com’è andata?
E’ stato un anno di ripartenza: abbiamo portato “Il colloquio” di Marco Grossi in giro per l’Italia ed è stato un successo. Abbiamo salutato “L’operazione” di Rosario Lisma, spettacolo nel quale condivido la scena con il mio caro amico Alessio Piazza, orgoglio marsalese, e sono felice di aver partecipato a due fiction che vedremo il prossimo inverno in tv. In queste settimane, invece, mi sono potuto concentrare su questa follia, che è la seconda edizione del Micromini Marsallah Festival.
Cosa c’è di nuovo rispetto alla prima edizione?
Abbiamo quattro spettacoli nuovi, con quattro artisti eccezionali: Carlo Amleto che con i “Contenuti Zero” ha fatto ridere e ballare in trasmissioni come Bar Stella e Zelig; Giulia Trippetta che viene a raccontarci come deve essere una “moglie perfetta”; la talentuosissima Lidia Miceli evocherà le suggestive atmosfere dell’Odissea al femminile; e, infine, il vulcanico Daniele Parisi, che rappresenta l’anello di congiunzione con la scorsa edizione in cui ottenne un grande successo.
Lo scorso anno cosa determinò il successo del Festival?
La qualità degli spettacoli e degli ospiti che abbiamo avuto: il talento viene sempre premiato. Emozioni, divertimento, sogno sono cose che accadono o non accadono. Ringrazio il pubblico per la fiducia e gli artisti che abbiamo ospitato.
Sarà stata anche la scelta di un teatro che parla il linguaggio della contemporaneità?
E’ proprio questo il taglio che ho voluto dare a tutta la mia esperienza marsalese. Ho portato il primo spettacolo di stand up che parlava di sesso o “Seawall”, che ormai è considerato una delle pietre miliari del teatro contemporaneo drammatico. Ritengo che mantenere uno sguardo sul contemporaneo e condividere le realtà del panorama artistico a cui appartengo siano aspetti che possano consentire di completare la programmazione culturale in città.
Hai iniziato 20 anni fa a Marsala, poi hai proseguito il tuo percorso altrove. Come hai visto cambiare il pubblico che partecipa ai tuoi spettacoli?
C’è un pubblico marsalese che non ha ancora scoperto di essere “pubblico marsalese”. Quando ho fatto le prime cose qui, molte persone si sono avvicinate per amicizia o simpatia. Poi è successo altro: con Seawall o con il Micromini Festival ho avuto la percezione di un pubblico potenziale: c’è chi, magari, l’anno scorso era venuto a vedere lo spettacolo sul basket e poi ha visto tutti gli altri. Se non sei “pubblico”, non lo fai, perchè magari hai avuto brutte esperienze in passato o non ti è capitato di incontrare tipologie di spettacoli che corrispondevano al tuo gusto.
E come si scopre di essere pubblico?
Con una programmazione in cui la qualità regna sovrana, ma ci sono anche passi di avvicinamento a dei linguaggi. Il Micromini Festival vuole essere trasversale, con momenti di divertimento sfrenato senza precludersi atmosfere intime e commoventi. Per fortuna non solo l’unico in città a proporre cose di qualità, questo week end, però, tocca al nostro Festival.