“Le sottoscrizioni ammontano a 98 e pertanto il numero dei sottoscrittori è inferiore a quello prescritto dall’art. 13 L.R. 29/1951 (ovvero 150)”. Questo il motivo per cui è stata rigettata la lista provinciale di Trapani del Partito Comunista Italiano dalla prossima competizione elettorale regionale.
“Le istituzioni non si è fatto di tutto per metterci in condizione di raccogliere le necessarie 150 firme e quindi consentire la nostra presenza sulla scheda elettorale”, per questo motivo – spiega Natale Salvo, presentatore della lista PCI – stamani ha presentato ricordo presso il Tribunale di Trapani.
“Nel ricorso ci soffermiamo come ci siano state delle violazioni di legge da parte di alcuni Comuni dove erano depositati i nostri moduli per dare la facoltà ai cittadini di firmarli – spiega Salvo – . In particolare, gli uffici non sono rimasti aperti almeno 10 ore al giorno nei 20 giorni precedenti il deposito delle liste come previsto. Poi non è avvenuta comunicazione sui siti web dei Comuni del deposito dei moduli presso gli Uffici. E’ avvenuto a Trapani, ad esempio, ma non in altri Comuni“.
“Nel ricorso, denunciamo altresì che i Comuni di Trapani, per conto di quello di Misiliscemi, e il Comune di Erice non han opportunamente messo a disposizione uffici più prossimi ai cittadini per agevolare la firma della lista, come possibile secondo le istruzioni regionali. Gli abitanti di Misiliscemi avrebbero dovuto, in tal caso percorrere 30 chilometri per recarsi a firmare e tornare alla propria abitazione, quelli di San Giuliano circa 16, tra andata e ritorno, per recarsi a Rigaletta-Milo. Tra i due comuni ciò si è tramutato nella raccolta di appena 14 firme”.
“Noi non abbiamo avuto altra possibilità che aspettare che i cittadini si recassero presso gli Uffici comunali, dato che i consiglieri provinciali – pure previsti come autenticatori dalla legge – non esistono più, mentre nessun consigliere comunale e nessun avvocato si è reso disponibile. Ciò ci ha discriminato rispetto ai partiti che non dovevano raccogliere firme o a quelli, che disponevano di tali figure”.
“Nel ricorso, sia pure a titolo di denuncia politica, evidenziamo infine il “tira e molla” sulle dimissioni del presidente “Nello” Musumeci che lo ha portato ad annunciare le dimissioni il 4 agosto, ovvero 106 giorni prima del termine naturale della legislatura. Se si fosse dimesso prima, ampiamente prima di ottenere la promessa di una candidatura al senato, le firme sarebbero state dimezzate per legge e la nostra lista, con 98 firme, avrebbe ben superato il limite di 75”, conclude Salvo.
La risposta dell’Ufficio Elettorale Centrale di Palermo dovrebbe giungere entro le prossime 24 ore.