La rabbia dell’armatore mazarese Marco Marrone, a 3 mesi e mezzo dal sequestro del suo peschereccio e dei 18 uomini di equipaggio tenuti in ostaggio dalle truppe libiche del generale Haftar in un carcere cirenaico, ha raggiunto il culmine non appena ha appreso una notizia battuta ieri 10 dicembre, da Agenzia Nova. Secondo quest’Agenzia, infatti, “il portavoce dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), Ahmed al Mismari, ha annunciato che la nave turca “Mabrouka”, che batte bandiera giamaicana, è stata rilasciata dopo una perquisizione e un interrogatorio del suo equipaggio. Al Mismari ha dichiarato in una nota sulla sua pagina ufficiale Facebook, che la nave era stata fermata il 5 dicembre 2020 dalla marina dell’Lna e ha sottolineato che la nave è stata rilasciata dopo che è stata pagata una multa per aver navigato nelle acque territoriali libiche senza autorizzazione nonché per essere entrati in un’area riservata. Secondo l’Lna la nave cargo che aveva a bordo 17 uomini di equipaggio, di cui nove cittadini turchi, era entrata in una zona proibita al largo delle coste di Derna, nella Libia orientale“. Dunque, secondo l’armatore, ma è opinione ormai diffusa anche fra i parenti dei pescatori sequestrati in Libia, sarebbe bastata una multa pagata dal governo per riportare a casa pescherecci e uomini soprattutto. L’armatore marrone, ha commentato la notizia appresa ” aveva ragione la Meloni, se avessimo avuto un governo con il minimo sindacale di attributi a quest’ora Haftar avrebbe visto il profilo delle nostre navi militari dalla propria costa
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