Nei giorni scorsi il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque aveva annunciato la chiusura temporanea del Museo Guttuso. Alla base della decisione, l’esiguità degli incassi (20 mila euro in un anno) a fronte delle spese da sostenere (480 mila euro). La notizia aveva suscitato la reazione stizzita dell’erede Fabio Carapezza Guttuso, che ha chiesto ufficialmente la restituzione delle opere esposte a Villa Cattolica. E proprio a quest’ultimo si è adesso rivolto il sindaco di Salemi Domenico Venuti, che ha manifestato la disponibilità della propria amministrazione ad ospitare gli Archivi Guttuso presso il restaurato polo museale del comune belicino. “Qualora Bagheria dovesse decidere di chiudere il suo museo, sarei orgoglioso – dice Venuti – di potere accogliere la collezione Guttuso a Salemi, dal momento che sono disponibili e pronti all’utilizzo due padiglioni recentemente restaurati del nostro polo museale. Le opere del maestro Guttuso rappresenterebbero per Salemi un importante tassello di quel puzzle culturale che vede già protagonisti il villaggio preistorico di Mokarta, il castello normanno-svevo, il museo archeologico, il museo risorgimentale e il museo di arte sacra con il fonte battesimale del Gagini. Non possiamo consentire che un patrimonio culturale di inestimabile valore finisca rinchiuso e inaccessibile al pubblico – conclude Venuti – per colpa di incomprensibili pastoie burocratiche”.
Inaugurato nel 1973, il Museo Guttuso si concentra principalmente sulle opere di Renato Guttuso, donate alla città dallo stesso maestro. Si tratta di disegni, sculture, incisioni, dipinti che spaziano dalle produzioni degli anni Trenta alle ultime opere dell’artista nato proprio a Bagheria. Ma il Museo Guttuso comprende anche opere di artisti del XX secolo (Cagli, Schifano, Tomaselli…), una sezione etnografica dove sono esposti i carretti siciliani finemente scolpiti e istoriati, un laboratorio teatrale e due laboratori pittorici.
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