L’Alzheimer è una malattia che sconvolge non solo la vita del malato ma anche dei suoi familiari. Se ne parla sempre troppo poco. Ad aprire uno spiraglio, è stato Giorgio Soffiantini, autore del libro “Alois Alzheimer e Chiara. La nonna che non c’è” che racconta un atto d’amore quotidiano verso la moglie malata. La “Lettera aperta a Giorgio” è l’iniziale toccante testimonianza del dottor Giuseppe Gambina, medico di origine marsalese che instaura nel lettore una suggestiva miriade di emozioni.
Gambina è componente del gruppo di studio per l’Alzheimer dell’Istituto superiore di Sanità, che assieme a Soffiantini, al senatore veronese Stefano Bertacco, ad Antonio Conz governatore del Distretto Lions 108 Ta4 (Rovigo, Padova, Treviso, Venezia) e a Roberto Mauri direttore della cooperativa la Meridiana – che a Monza ha dato il via all’innovativa struttura ‘Il villaggio dell’Alzheimer’ – sono stati ricevuti nei giorni scorsi da Maria Elisabetta Alberti Casellati.
La Presidente del Senato ha voluto fortemente tenere l’incontro nella sala Koch di Palazzo Madama, sede del ramo parlamentare. Si è parlato dell’Alzheimer che in Italia colpisce 800mila persone, ma anche dei mezzi per affrontarla, alcuni dei quali vanno bene solo all’inizio della malattia, ma poi con le crisi comportamentali iniziano a diventare insufficienti. E’ emerso altresì un problema di strutture in aiuto ai pazienti e ai loro familiari che si devono spostare per le cure, strutture che vanno implementate. Ad esempio, i Servizi Alta Protezione Alzheimer che intervengono in ascolto alle famiglie che si trovano ad affrontare questo calvario.