“Il passato è una zavorra, uno zaino pesante da sostenere… per questo bisogna guardare al futuro”. Sono queste le premesse dell’incontro tenutosi domenica all’Otium di Marsala, occasione per presentare la monografia “1974-2030” nonché la mostra “Per pochi indizi…giallo” dell’artista Vito Linares. Più che parlare di un “passato da ripudiare”, Linares ha spiegato che le sue opere tendono al 2030 perché è necessario andare avanti per creare nuove forme d’arte benché il passato inevitabilmente viene fuori. Il tutto, affinchè “… la nostra Città possa reagire perché ha delle potenzialità”, ha precisato il pittore marsalese. “Negli ultimi anni tendo a non dare un nome alle mie opere perché mi piace spingere l’osservatore a cercare una sua soluzione. Quando insegnavo – ricorda Linares – per me era importante il concetto che, ad una stessa domanda fatta da tre bambini diversi, nasca il bisogno di dare loro risposte differenti”. Da qui si è passati a parlare di storia, che i cosiddetti “compartimenti stagni” non aiutano anzi danneggiano, che il più grande artista è l’uomo che nella preistoria, con le mani incenerite e un po’ d’acqua, impresse le sue dita nelle pareti della caverna. Tutte premesse che danno il via alla sua personale “Per pochi indizi…giallo” che verrà inaugurata giovedì 16 ottobre alle ore 18, presso la chiesa San Pietro di Marsala. All’Otium si è potuto gustare un “assaggio” di queste opere dal colore vivace, di speranza, dove il giallo è, appunto, un indizio dietro cui si cela la vera natura delle cose. E’ sorprendente notare come, più il quadro si osserva a distanza, più le figure emergono ed emergono anche nuove idee, cosicché il fruitore possa recuperare quella creatività spesso annebbiata dalla società e dal potere che omologa le menti.
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