L’estate è già andata via, nonostante il caldo insista, portandosi dietro un cartellone di eventi in gran parte parrocchiali. Tra pellegrinaggi, feste di paese, celebrazioni, tombole in piazza, i comitati delle Parrocchie marsalesi hanno contribuito ad “abbellire” un’estate povera di iniziative culturali o comunque mal gestite, finite dentro calderoni di programmi raffazzonati e poco chiari. L’inverno precedente non è stato molto clemente. La comunicazione della stagione teatrale del Comune di Marsala con la direzione artistica di Moni Ovadia, ed il suo conseguente avvio, è avvenuto nel giro di una settimana senza aver correttamente informato la cittadinanza e le città limitrofe. Un cartellone sì di qualità che però ha raggiunto poche persone, pochissime, facendo fare una cattiva figura al territorio di fronte a personalità importanti del Teatro, del Cinema, della Musica. Nonostante i prezzi dei biglietti fossero accessibilissimi, l’Impero ha raggiunto (tranne che con il concerto di Sergio Cammariere) i 200 e poco più spettatori ad evento, considerando anche il fatto che, mettendo sù un cartellone all’ultimo minuto, gli eventi settimanali non hanno di certo aiutato gli “avventori”. Quello caro invece, è stato il costo di un cartellone così.
Ma anno nuovo… Questo autunno, segnato da sedute di Consiglio comunale e polemiche politico-amministrative, avrebbe dovuto già partorire un cartellone 2018/2019. Ma niente. Più volte lo abbiamo detto e lo ribadiamo: la comunicazione è importante, la comunicazione non va sottovalutata, anzi. Altre realtà più feconde della nostra, hanno già presentato le loro stagioni teatrali, con conferenze stampa, campagne pubblicitarie e comunicazione capillare. Un’altra cosa molto importante per la buona riuscita di un cartellone di eventi, è affidarsi ad enti o associazioni con esperienza sul campo, nonchè rendere “autonomi”, in un certo qual modo, i teatri lilybetani. Diversi sono gli spazi teatrali italiani la cui gestione viene affidata a compagnie, Onlus o fondazioni, che si occupano sia di creare delle rassegne ad hoc, sia di curare l’aspetto della comunicazione e della direzione artistica. In questo caso il Comune dà dei contributi economici a cui spesso si sommano i soldi investiti dalla Regione. I teatri inoltre, possono creare spettacoli da portare in tour in Italia e non solo. Ecco come si crea un circuito allettante ed interessante fuori la Provincia trapanese. Il sindaco Alberto Di Girolamo giorni fa in Consiglio comunale, ha detto che “… sulla cultura la Città non ha risposto all’offerta fatta con Moni Ovadia. Rivedremo il tutto senza continuare in quello che è stato fatto”, quasi un preludio per dire addio ai due anni non proprio felici a guida Moni Ovadia. Non è colpa sua di certo, ma lo abbiamo sempre sostenuto: è necessario avere gestioni “locali”. Però siamo anche esigenti in merito: vogliamo gestioni “locali” senza fare figli e figliastri, senza affidare la qualsiasi cosa agli amici di turno, vogliamo la competenza prima di tutto, l’esperienza, lo diciamo ancora una volta, una direzione artistica delle diverse realtà marsalesi – perchè non sono solo l’Impero e il “Sollima” – presenti sul territorio, una figura che non dica sempre “sì”, ma che dispensi qualche “no” con stile. E vogliamo perdipiù una campagna marketing valida, cartelli che annunciano gli eventi all’ingresso della Città, articoli sui quotidiani regionali, passaggi radio, sconti più attraenti per categorie particolari, continuare ad approfittare dei Bonus Cultura e 18 anni.
Il primo cittadino ha pure sottolineato che “… attualmente tutte le location sono impegnate con iniziative culturali, a Palazzo Fici c’è una mostra eccezionale e nei musei comunali al momento non si paga nulla”, peccato che, noi in primis che facciamo informazione, non ne sapessimo nulla. Una delle cose che l’Amministrazione si era ripromessa di fare al suo insediamento, era un percorso ideale tra tutte le realtà archeologiche e culturali della Città, ma ciò non è mai stato realizzato. Ieri il Consiglio comunale di Marsala ha approvato il Bilancio 2018. Per il Settore Cultura ci sono 200mila euro. Noi siamo già qui a controllare come verranno spesi e a chi verranno “affidati”. Sì, affidati. Perchè quelli sono i soldi dei cittadini.