Da svastiche a mulini: gli antifascisti di Marsala rispondono all’estrema destra

redazione

Da svastiche a mulini: gli antifascisti di Marsala rispondono all’estrema destra

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domenica 06 Maggio 2018 - 17:25

La proliferazione di svastiche e croci celtiche disegnate sui muri del centro storico di Marsala è stata più volte denunciata dalla nostra testata. Un fenomeno purtroppo sempre più ricorrente, che in certe fasi dell’anno riprende vigore, puntando talvolta su obiettivi specifici (la lapide dei caduti marsalesi durante la Resistenza o la sede del Pd), talvolta su obiettivi apparentemente scelti a caso.

La notte scorsa, un gruppo di antifascisti marsalesi si è reso protagonista di un’originale iniziativa, andando a cambiare i connotati alle tracce disseminate dai simpatizzanti neofascisti per le vie del centro. In quest’ottica, le croci celtiche sono state trasformate in palloncini, mentre le svastiche sono state riconcepite in uno dei simboli della città, il mulino. “Marsala città del vento ripudia ogni forma di fascismo e di razzismo”, spiegano i protagonisti del blitz, che sottolineano di aver lasciato le scritte “militia” ritenendo che tocchi adesso all’amministrazione fare la sua parte per restituire decoro ai muri e alle pareti imbrattate nelle ultime settimane.

Il fenomeno riguardante la proliferazione di scritte e simboli neofascisti era stato nei mesi scorsi  anche oggetto di discussione all’interno del massimo consesso cittadino. A farsi portavoce dell’indignazione di molti lilybetani contro tali scritte era stato il consigliere comunale Daniele Nuccio, che dopo diversi interventi in Consiglio comunale per sollecitare l’amministrazione ad intervenire, alcuni mesi fa è andato assieme ad un gruppo di amici a ripulire alcuni muri e pareti della zona di Porticella. Dopo la comparsa di altre scritte inneggianti addirittura a Luca Traini (già candidato dalla Lega Nord alle elezioni amministrative di Corridonia, protagonista di un raid xenofobo dopo il brutale omicidio della giovane Pamela Mastropietro), anche l’amministrazione ha deciso di rompere gli indugi e dopo un’attività di ricognizione da parte del corpo di Polizia Municipale, gran parte delle svastiche e delle croci celtiche erano state cancellate.

Come detto però, nelle ultime settimane il fenomeno aveva ripreso consistenza e ad essere imbrattati sono stati muri e pareti del vecchio quartiere ebraico, ma anche di via Roma, via Mario Nuccio, via Gagini e via Giordano Bruno. L’ultima azione di denuncia da parte di un gruppo di giovani antifascisti ha il merito di rompere nuovamente un atteggiamento di passiva accettazione che Marsala ha spesso mantenuto (come se una svastica valesse un “Anna ti amo”), dimenticando che una città a vocazione turistica ha il dovere non abbassare mai la guardia rispetto alle violazioni del decoro urbano, ma anche della sua identità storica, che trova radici anche nell’antifascismo, testimoniato dalla partecipazione di molti lilybetani alla Resistenza.

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