Birgi al centro del riarmo italiano: lo scalo militare trapanese nel nuovo piano della Difesa

redazione

Birgi al centro del riarmo italiano: lo scalo militare trapanese nel nuovo piano della Difesa

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sabato 27 Dicembre 2025 - 07:30

L’aeroporto militare di Trapani-Birgi entra a pieno titolo nella nuova strategia di rafforzamento della difesa nazionale. Con un emendamento inserito nella legge di Bilancio e approvato in Commissione al Senato, il governo accelera sul riarmo individuando infrastrutture e aree considerate di interesse strategico, aprendo corsie preferenziali per interventi rapidi e investimenti nel settore militare e nell’industria della difesa. Tra i siti indicati come potenzialmente centrali nel nuovo assetto figura proprio Birgi, dove è previsto l’adeguamento delle piste per l’addestramento dei caccia F-35. Un progetto che conferma il ruolo chiave della base trapanese nello scacchiere militare del Mediterraneo e nel sistema di difesa italiano e Nato.

Cos’è previsto dall’emendamento

Il cuore della norma è la possibilità di individuare, attraverso decreti del ministro della Difesa e del ministero delle Infrastrutture, aree, opere e progetti infrastrutturali qualificati come di interesse strategico per la difesa nazionale. Questo significa potenziali investimenti su basi militari chiave e sull’industria della Difesa mettendo in conto anche attività di realizzazione, ampliamento e gestione di impianti specifici. Tra le “piste strategiche” al centro del dibattito ci sono, ad esempio, l’adeguamento delle piste di addestramento degli F-35 all’aeroporto militare di Trapani-Birgi e l’adattamento di aree destinate a prove di nuovi carri armati e mezzi di fanteria sviluppati dalla joint venture Leonardo-Rheinmetall.

Le reazioni politiche e il dibattito in maggioranza

La proposta non ha mancato di suscitare polemiche: all’interno della stessa maggioranza ci sono segnali di tensione. Il vice premier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha posto condizioni stringenti per l’approvazione dei futuri decreti di attuazione, sottolineando che i fondi debbano essere destinati solo alla difesa e non utilizzati per fini offensivi. Dal fronte delle opposizioni sono arrivate critiche dure. Il Movimento 5 Stelle ha definito la norma «una manovra di guerra», accusando il governo di favorire le lobbies dell’industria bellica a scapito di spese sociali come sanità, scuola e trasporti. Secondo i critici, l’orientamento verso il rafforzamento dell’industria delle armi sottrarrebbe risorse fondamentali a settori civili.

Le rassicurazioni del ministro Crosetto

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha cercato di contenere le critiche, spiegando che l’emendamento non mira alla riconversione di industrie civili in fabbriche di armamenti né a trasformare l’economia nazionale in una «economia di guerra». Secondo Crosetto, si tratta piuttosto di snellire la burocrazia su progetti già esistenti e migliorare la capacità di realizzare e gestire infrastrutture strategiche per la difesa.

Il caso di Birgi

Il rafforzamento di Birgi si inserisce in un contesto europeo più ampio, segnato dall’aumento generalizzato delle spese militari e dalla necessità, condivisa da molti governi, di rendere il continente più autonomo sul piano della difesa. Per il territorio trapanese, tuttavia, la centralità dell’aeroporto militare apre interrogativi che vanno oltre la dimensione strategica: dall’impatto ambientale alle ricadute economiche e sociali, fino al rapporto tra sicurezza nazionale e sviluppo locale.

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