Anche a Mazara del Vallo è arrivato il faro territoriale di Controcorrente, il movimento politico fondato dal deputato regionale Ismaele La Vardera. Una causa che è stata sposata dall’avvocato Giulia Ferro, reduce dall’esperienza della candidatura alle Europee e che adesso è la referente territoriale del movimento. L’abbiamo intervistata, ecco cosa ci ha raccontato.
Avv. Ferro, parliamo di questo nuovo Faro territoriale di Controcorrente a Mazara. Quali sono gli obiettivi sul territorio?
“Gli obiettivi del faro di Mazara del Vallo, così come quelli dei fari che ne condividono la visione, convergono in un principio essenziale: aprire le porte a chi desidera percorrere strade nuove, offrendo spazio a persone animate da passione, competenza e dal desiderio autentico di contribuire al futuro del territorio. L’intento è quello di restituire fiducia a chi l’ha smarrita lungo il cammino e di riaccendere quella luce interiore che molti hanno visto spegnersi di fronte a un sistema che spesso non ha saputo ascoltare. Abbiamo la speranza che questo percorso possa crescere e rafforzarsi, fino a permetterci di assumerci quelle responsabilità di governo che riteniamo di poter sostenere con serietà e dedizione, per dare vita a un vero e concreto cambiamento”.
Cosa l’ha spinta a sposare questa causa?
“La risposta, in realtà, è semplice. Ho conosciuto Ismaele durante la compagnia elettorale alle Europee 2024, eravamo candidati insieme nella lista Libertà e già allora avevo apprezzato le sue doti morali, la rettitudine e il suo impegno sincero. Osservarlo oggi scendere in campo con determinazione, denunciando con coraggio le gravi distorsioni che si sono verificate nella nostra terra, ha acceso qualcosa dentro di me. Soprattutto mi ha colpito la sua battaglia solitaria sulla spiaggia di Mondello, un luogo che da decenni, si parla addirittura di un secolo, era ostaggio di concessioni monopolistiche. Denunciare e contribuire a smantellare questo sistema, fino al punto da necessitare una scorta, è un gesto che richiede un coraggio raro. In quel momento ho sentito muoversi qualcosa dentro di me. Ho pensato che un giovane così non poteva essere lasciato solo. Dovevo sostenerlo, dovevamo sostenerlo. Perché dietro quel coraggio c’è una convinzione profonda: la Sicilia merita molto di più di ciò che le attuali classi di governo hanno saputo darle”.
Torniamo alle Europee, che ha definito l’esperienza politica più bella della sua vita. Cosa mi dice a tal proposito?
“L’elezione europea di giugno 2024 è stata senza dubbio l’esperienza politica più bella della mia vita. Era la prima volta che partecipavo a un’elezione così importante e tutto era completamente nuovo per me. È stato un vero turbinio di emozioni: incontri, confronti, il contatto diretto con la gente… un mondo che avevo sempre osservato da fuori, perché la politica mi è sempre interessata, ma non ero mai entrata personalmente a livello competitivo. Quell’esperienza mi ha permesso di conoscere tantissime persone, girare nei mercati, ascoltare i cittadini, capire i loro problemi reali. Ho compreso quanto sia prezioso l’ascolto e quanto sia difficile poter agire concretamente in certi momenti, perché la campagna elettorale richiede concentrazione sul consenso, ma non sulle promesse vuote. I cittadini non vogliono essere presi in giro: vogliono incontrare persone autentiche. Credo che questo mi sia stato riconosciuto: ho avuto un grande consenso nella provincia di Trapani, ma soprattutto a Mazara del Vallo, dove circa 5.500 mi hanno dato fiducia. Anche se non sono stata eletta, l’emozione è rimasta enorme e ringrazio ancora oggi i miei concittadini. Credo che abbiano apprezzato il fatto che non prendo in giro nessuno, non faccio promesse da marinai, ma posso offrire solo il mio impegno, la mia vicinanza e la capacità di ascoltare. L’esperienza umana è stata per me travolgente e bellissima”.
Cosa l’ha portata ad allontanarsi da Cateno De Luca?
“In realtà non mi sono allontanata da Cateno De Luca perché, a parte l’esperienza delle europee con la lista Libertà, non c’è stato neanche un vero e proprio percorso comune da cui allontanarsi. Provengo da un’esperienza molto importante con Diventerà Bellissima, un movimento autonomista e territorialista che si è dissolto: molti dei suoi componenti sono confluiti in Fratelli d’Italia, mentre io ho scelto di non aderire ad alcun partito e rimanere civica continuando il mio impegno in Diritto alla Città, movimento di cui faccio parte da molti anni. Successivamente alcuni amici mi hanno invitata a una riunione con Cateno De Luca di cui ho sempre apprezzato le capacità amministrative. In quell’occasione mi è stata proposta una candidatura alle Europee del 2024 nella lista Libertà che ho accettato da indipendente. Non sono mai stata tesserata in Sud chiama Nord ma ho grande stima di De Luca: è un combattente e un amministratore capace”.
Uno sguardo anche alle amministrative. Mazara ha un panorama politico molto composito e un anno e mezzo fa si sono viste anche delle alleanze piuttosto bizzarre. Un suo giudizio?
“Il mio giudizio è semplice: le alleanze appaiono bizzarre perché a Mazara esistono molte liste civiche, e spesso, all’interno di queste liste, si ritrovano espressioni di partiti diversi. In una stessa lista civica è possibile trovare persone di destra, di sinistra e di centro. Questo avviene perché, mentre a livello regionale e nazionale i partiti hanno organizzazioni solide e linee guida chiare – con candidati definiti e strategie precise – a livello comunale questa logica viene meno. Per sottrarsi ai diktat dei partiti, che potrebbero imporre un sindaco piuttosto che un altro, si ricorre alle liste civiche, che permettono ai partiti di rimanere tranquilli senza obiezioni. Il problema nasce dopo le elezioni: molti eletti delle liste civiche si trovano “orfani” dei partiti. Per amministrare e gestire efficacemente è necessario avere raccordi con il governo regionale e nazionale, ma le liste civiche spesso non hanno questi riferimenti. Così, all’indomani delle elezioni, quasi tutte le liste civiche cercano copertura nei partiti, generando confusione e creando quelle cosiddette bizzarrie. Per quanto riguarda l’amministrazione, ritengo che nel primo quinquennio abbia fatto molto bene: sono state avviate numerose opere e si sono visti concreti risultati. Sul secondo quinquennio, invece, è ancora presto per esprimere un giudizio completo e sereno: è passato appena un anno, quindi attendiamo ancora per valutare con obiettività”.
Uno sguardo adesso al futuro, con le Regionali che si avvicinano. La vedremo in prima linea?
“Il tema delle elezioni regionali non è centrale al momento. L’attenzione principale è sul progetto più ampio di promuovere la legalità e radicare il movimento sul territorio, seguendo l’esempio del nostro leader Ismaele La Vardera. L’obiettivo è coinvolgere le persone che condividono questi valori e che abbiamo competenze, idee e energie da mettere al servizio del territorio. Oggi la candidatura non è un tema in discussione, ma sono pronta a partecipare attivamente quando è necessario”.
Cosa si sente di dire ai cittadini mazaresi che in questi anni hanno perso interesse nei confronti della politica?
“Negli ultimi anni si è registrata una progressiva e preoccupante diminuzione della partecipazione elettorale, non solo a Mazara del Vallo, ma in tutta la Sicilia e, più in generale, nel Paese. Oggi meno di un elettore su due si reca alle urne. Questo dato evidenzia il deterioramento del rapporto tra cittadinanza, politica e istituzioni, un rapporto che necessita di essere ricostruito con urgenza. La crescente astensione è il risultato di una diffusa sensazione di rassegnazione. Una parte significativa dell’elettorato ritiene che il voto non sia più in grado di incidere sui processi decisionali e che la partecipazione non produca cambiamenti reali. Si è così consolidata una disaffezione verso il bene comune e una percezione distorta della politica, spesso vista come luogo nel quale prevalgono interessi personali o di gruppo piuttosto che spirito di servizio. È necessario ribaltare questa visione. La politica deve tornare a essere uno spazio di impegno autentico, animato da persone disponibili a servire la comunità e a interpretare il proprio ruolo con responsabilità, trasparenza e dedizione. In questo senso, il voto rappresenta lo strumento fondamentale attraverso il quale i cittadini possono riaffermare la propria presenza e incidere realmente sulle scelte che riguardano il territorio. Invito pertanto i cittadini a esercitare un voto consapevole, individuando candidati che, al di là dell’appartenenza partitica, dimostrino competenza, integrità e capacità di ascolto delle esigenze locali. Il rischio, infatti, è che l’astensione finisca per rafforzare modelli politici distanti dal territorio, caratterizzati da interventi episodici e da presenze che si esauriscono immediatamente dopo le competizioni elettorali. La vera forma di protesta, oggi, non è l’astensione, bensì il ritorno convinto e massiccio alle urne. Solo una partecipazione ampia può contribuire a riequilibrare il sistema, evidenziando che la comunità è attiva, vigile e desiderosa di esercitare il proprio ruolo democratico. L’assenza degli elettori, al contrario, avvantaggia esclusivamente le strutture politiche più consolidate, riducendo ulteriormente la capacità di rappresentanza delle realtà territoriali”.