Si dice spesso che per affrontare un problema bisogna prima conoscerlo. Eppure, a Marsala, questa conoscenza sembra sfuggire, soprattutto quando si parla di vita notturna, sicurezza e gestione degli spazi pubblici. Basta guardare ciò che accade nei fine settimana per capire quanto la percezione diffusa – quella della “movida rissosa” da contenere a ogni costo – non sempre coincida con la realtà. Perché mentre altri centri della provincia trapanese, da Trapani a Mazara, bene o male mostrano il sabato sera una vitalità più diffusa, Marsala vive un paradosso: una città considerata turistica, ma spesso deserta quando cala il sole. Tolti pochi locali “in”, concentrati e riconoscibili, il resto del centro storico appare spento. Le due arterie principali, via Garibaldi e via XI Maggio, che un tempo pulsavano di vita, restano scenari vuoti, in cui il silenzio prevale sui passi.
Un sabato sera surreale
Lo scenario dello scorso sabato sera ha superato ogni immaginazione. A presidiare Piazza della Repubblica, davanti a Palazzo VII Aprile, c’erano Polizia Municipale, Carabinieri, Polizia di Stato, Esercito e Guardia di Finanza. Tutti schierati, in attesa. Una presenza così massiccia da sembrare l’anteprima di un grande evento… se non fosse che di persone, lì, non ce n’erano o quasi. Una città svuotata, come in un film post-apocalittico. Mancavano solo Vigili del Fuoco e Guardia Costiera – per ovvie ragioni – per completare l’intero apparato dello Stato. E per chi? Per cosa? Per controllare una movida che, almeno quella sera, semplicemente non esisteva. Il paradosso è evidente: più forze dell’ordine che cittadini a passeggio. Persino i gruppi di ragazzi che solitamente sostano sugli scalini di Palazzo VII Aprile erano assenti.
La domenica, un’altra storia (ma senza controlli)
Il giorno dopo, la città ha mostrato un volto diverso: nel pomeriggio e in serata si è vista più gente, famiglie, coppie, giovani. Ma questa volta nessun presidio, nessuna pattuglia fissa. Una contraddizione che apre interrogativi: si controlla quando non serve? Si allenta la vigilanza quando la presenza di persone è maggiore?
Ordinanze che non risolvono e un fenomeno da studiare
Il sindaco, pochi giorni fa, nell’incontro a Strasatti con residenti e commercianti, ha annunciato l’ennesima ordinanza antibivacco. Provvedimenti che negli ultimi anni si sono moltiplicati senza risultati tangibili. Perché? Perché si interviene sul sintomo senza conoscere fino in fondo la causa. Le risse che negli ultimi tempi hanno attirato l’attenzione non avvengono “sempre e comunque”, né ovunque. Hanno dinamiche, orari, luoghi e periodi precisi. E allora la domanda è inevitabile: la città si conosce davvero? Solo così si potrà mettere in atto una strategia. Perché il controllo cieco, scollegato dai comportamenti reali, rischia di essere solo teatro: spettacolare presenza di divise, ma inefficace. Marsala merita di essere capita prima ancora che sorvegliata. Il centro storico, con la sua storia e la sua architettura, non dovrebbe essere uno sfondo vuoto, ma un luogo vissuto. La sicurezza non nasce dalla militarizzazione, ma dalla presenza delle persone, dalla vitalità urbana, dalla capacità di creare spazi attrattivi e ben gestiti. Forse la sfida vera sta qui: conoscere davvero la città, i suoi ritmi, le sue paure, le sue abitudini. Perché solo chi conosce può davvero cambiare. Marsala, per ora, sembra ancora in attesa di essere compresa.
(foto di repertorio)