Il sisma politico che ha investito la Democrazia Cristiana in Sicilia continua a produrre scosse anche sui territori. E così, a Mazara il consigliere comunale. Aleandro Gilante ha annunciato il proprio addio allo scudo crociato, scegliendo oggi la collocazione da indipendente. Il contesto è quello di un partito sotto pressione: crisi di credibilità, interrogativi sul futuro della leadership regionale, possibili conseguenze sull’assetto politico dell’Isola e sull’azione del governo Schifani. Un quadro che pesa anche sulle valutazioni dei singoli amministratori locali, chiamati a prendere posizione in un momento di forte incertezza. Gilante non nasconde il travaglio che l’ha portato alla rottura: “A seguito di una attenta valutazione della mia persona, confrontandomi anche con i miei elettori e le persone più care, ho esposto alla mia ormai ex segreteria regionale le intenzioni di lasciare definitivamente il partito della Democrazia Cristiana, dove sono stato eletto, risultando il primo degli eletti”. Una decisione maturata anche davanti allo scenario giudiziario che ha travolto il partito: “Il solo dubbio che qualcuno possa avere minimamente giocato con un argomento che è sulla bocca di tutti, quello della sanità, non mi faceva più dormire sogni tranquilli. Da uomo libero ho deciso di uscire dal partito e dichiararmi indipendente”.
Il consigliere tiene a precisare che la scelta non nasce da richieste personali inevase né da logiche di corrente. Anzi, rivendica di essersi sempre considerato parte dell’area più idealista del partito, quella definita con una battuta “cuffaresimo” e non “cuffarismo”: “Nulla ho mai chiesto al partito. Ho sempre dato e mi sono speso con la faccia e con l’impegno. Mi ritenevo ingenuamente parte del cuffaresimo, ma oggi non potrei continuare senza chiarimenti”. Il riferimento alle parole pronunciate in aula dalla consigliera Ippolito apre la riflessione sulle “due anime” nella Dc mazarese. Gilante, però, ridimensiona il concetto di ambiguità politica espresso dalla collega: “L’esistenza di due anime è la natura di ogni partito. Oggi qualcuno dovrebbe venire a dirmi che esiste un partito con una sola anima. Ci sono correnti in tutti i partiti, dalla Dc a Forza Italia, da Fratelli d’Italia al Pd. Un politico navigato mi ha ricordato che un partito senza due anime è un partito morto”. Un messaggio che vuole essere anche un invito a leggere il pluralismo interno non come una frattura, ma come un fattore di crescita. Sul suo futuro, Gilante frena ogni ipotesi di approdo immediato verso altri lidi politici: “Al momento no, mi sono dichiarato indipendente. Spero di passare serenamente le prossime vacanze natalizie, poi vedremo”. Molto dipenderà dagli sviluppi regionali, a partire dalle scelte del presidente Schifani: “Vediamo cosa succederà alla Regione. Molti confidano in un suo passo indietro e quindi in future e imminenti elezioni regionali. Valuterò con tranquillità – conclude Gilante – il percorso che si aprirà”.