Terremoto DC, da Mazara parla Ippolito: “Il progetto di Cuffaro non più credibile”

Luca Di Noto

Terremoto DC, da Mazara parla Ippolito: “Il progetto di Cuffaro non più credibile”

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mercoledì 19 Novembre 2025 - 06:00

Il terremoto giudiziario che ha travolto la Democrazia Cristiana in Sicilia continua a produrre scosse politiche a catena. L’inchiesta che coinvolge l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, il capogruppo all’Ars Carmelo Pace e altri esponenti del partito ha aperto una frattura profonda all’interno degli equilibri regionali e sta avendo ripercussioni pesanti anche sui territori. In questo scenario si inserisce anche il caso Mazara del Vallo, dove le tensioni interne alla Dc e il dibattito sul garantismo hanno assunto una dimensione locale. È in questo contesto che la consigliera comunale Vita Ippolito, responsabile nazionale del Dipartimento Giustizia del partito, ha annunciato in aula le proprie dimissioni dall’incarico, pur non ufficializzando un addio formale alla Dc. Una scelta maturata – spiega – per ragioni politiche, giudiziarie e personali.

Io ho dovuto prendere atto della situazione, della drammatica situazione giudiziaria che si è abbattuta sulla Dc e sul presidente Cuffaro – afferma – e che presto probabilmente avrà riflessi su tutta la politica regionale. Non mi lascia indifferente un’indagine seria, in cui i magistrati accerteranno la verità. Rimango per la presunzione di innocenza, ma io non mi posso permettere di aspettare le sentenze definitive: per i politici il prerequisito è la credibilità”. Secondo Ippolito, la tenuta stessa del progetto politico sarebbe oggi compromessa: “Un’indagine come questa rende purtroppo il progetto politico non credibile. E c’è anche un problema politico che avevo già sollevato mesi fa”. L’ex dirigente nazionale ricorda infatti il suo intervento in aula sugli “imperatori nudi”, e critica apertamente le presunte spartizioni nella gestione sanitaria: “Inaccettabile che dopo lo scandalo dei referti istologici non si siano riviste le posizioni. La politica ha continuato con le nomine come si spartisce un lotto di terreno. Cuffaro non ha commesso un reato, ma ha fatto una cosa politicamente peggiore”. Nell’analisi di Ippolito pesa però anche l’ambiguità della linea politica adottata in città: “La Dc legittimava Gilante a stare in maggioranza e contemporaneamente legittimava me a fare opposizione. Io non sono per le zone grigie, per me o è bianco o è nero”. Una situazione che l’aveva portata, già nei mesi scorsi, a segnali di distacco: mancata partecipazione alla Festa dell’Amicizia, mancato rinnovo della tessera.

Non manca poi un riferimento diretto al sindaco Salvatore Quinci, accusato di “doppiopesismo”: “Il sindaco mi ha messa a ludibrio pubblico e sollevato questioni politiche. Ma se per Cuffaro vale il problema politico, come mai non se l’è posto per Galvagno di Fratelli d’Italia? O per un suo delegato al Libero Consorzio con una sentenza definitiva per corruzione?”. Sul piano umano, Ippolito rivendica il suo rapporto con la base mazarese della Dc e mostra evidente amarezza per quanto accaduto: “Io ho sempre creduto che Cuffaro volesse rinnovare la Dc, sono turbata. Qui a Mazara ho trovato persone straordinarie: Vito Gancitano, Mariella Martinciglio, tutte le donne e gli uomini del partito. Li lascio per non lasciarli”. Quanto al futuro politico, nessuna nuova collocazione è al momento in vista: “Io pensavo di poter servire, perché la politica per me è missione. Ma non ne vale la pena, ci sono tanti avvoltoi e le persone perbene vengono omogeneizzate. Non voglio essere considerata una delinquente solo perché provenivo dalla Dc”. La consigliera sottolinea infine che, al di là degli esiti giudiziari – sui quali ribadisce la fiducia nell’innocenza degli indagati – l’inchiesta ha già prodotto conseguenze irreversibili: “È un’indagine – conclude – che ha effetti devastanti dal punto di vista politico. Prima ancora che giudiziario”.

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