Un nuovo fronte di confronto pubblico si è aperto a Mazara del Vallo sul tema della gestione dell’acqua. Dopo il comunicato diffuso dal Criam (Comitato Cittadino per la tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio di Mazara del Vallo), nel quale si esprimevano timori per una presunta “privatizzazione del servizio idrico”, è arrivata la replica del sindaco Salvatore Quinci, che ha scelto di intervenire con toni fermi per chiarire la posizione dell’amministrazione comunale. “In genere non rispondo mai — ha esordito Quinci — ma tanti cittadini allarmati mi hanno chiamato chiedendomi se fosse vero che stavo affidando la gestione dell’acqua a un privato. Ho dovuto necessariamente smentire con un comunicato che sarà sembrato duro, ma io trovo invece assolutamente incosciente e irresponsabile che un manipolo di persone, che non so in quale dimensione vivano, raccontino e mettano in giro cose così serie e gravi”.
Parola al sindaco Quinci
Il sindaco ha ricostruito il contesto del progetto a cui il Criam fa riferimento, spiegando che non si tratta di un’iniziativa comunale, bensì di un’infrastruttura finanziata con fondi del PNRR e gestita da Siciliacque, la società che realizzerà l’ex acquedotto Monte Scuro per portare l’acqua di Agrigento in provincia di Trapani. “È un progetto che esiste da almeno dodici anni — ha precisato — e che finalmente arriva a compimento. In una provincia dove l’acqua è poca e la siccità mette in ginocchio l’agricoltura, una persona normale dovrebbe rallegrarsi di avere finalmente acqua a disposizione”. Quinci ha accusato il comitato di una posizione pregiudiziale: “C’è un gruppo di persone avvezze a questo tipo di riflessioni: quando il Comune restituisce acqua potabile con il denitrificatore a Trasmazzaro e Tonnarella, loro sono contrari perché vogliono un dissalatore. La Regione ne ha fatti due che costano 150 milioni: è un progetto impossibile per un piccolo Comune. Invece di esultare perché la gente ha l’acqua potabile, manifestano contrarietà”. Il primo cittadino ha poi chiarito i termini del rapporto con Siciliacque: “L’acqua oggi è pubblica perché è gestita dal Comune di Mazara del Vallo. Se un giorno, a partire dall’estate 2026, dovessimo avere bisogno di acqua perché il nostro sistema di pozzi non sarà sufficiente, potremmo acquistarla da Siciliacque, ma la gestione resterà sempre nostra. Se ci serve la compreremo, se non ci serve non la compreremo: è una cosa molto semplice”. Il sindaco ha anche affrontato il nodo economico, sottolineando che “l’acqua del dissalatore costa quasi due euro al metro cubo, contro i 70 centesimi di quella che potremmo acquistare da Sicilacque”.
“Nessuna privatizzazione”
Da qui l’invito alla concretezza: “A me sembra che ci siano persone che ormai si muovono solo su una prospettiva ideologica, non ragionano sui bisogni concreti ma ripetono la stessa poesia da decenni”. Infine, Quinci ha respinto in maniera netta ogni ipotesi di privatizzazione: “Anche se domani impazzissi e firmassi un atto per dare la gestione dell’acqua pubblica a un privato, non potrei farlo, la legge non me lo consente. L’unico ente che può farlo è l’ATI idrico provinciale, che nel 2026 affiderà la gestione dell’acqua in tutta la provincia di Trapani. Invece di rivolgersi all’ATI, si scelgono un nemico più facile, il sindaco, inventandosi che io stia privatizzando l’acqua. La mia domanda è: lo fanno perché non conoscono la legge o perché vogliono strumentalizzare la vicenda?”. Un botta e risposta che riporta al centro del dibattito cittadino la questione idrica, tra emergenze strutturali, ritardi negli investimenti ed emergenze soprattutto nella stagione estiva. E mentre il Comune ribadisce che la gestione resta pubblica, il confronto con i comitati e le associazioni locali sembra destinato a proseguire.