Appalti truccati, nuovi guai per Cuffaro. Richiesti i domiciliari anche per Saverio Romano

redazione

Appalti truccati, nuovi guai per Cuffaro. Richiesti i domiciliari anche per Saverio Romano

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martedì 04 Novembre 2025 - 10:13

La Procura di Palermo ha avanzato la richiesta di arresti domiciliari per 18 persone, tra cui l’ex presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro e il parlamentare di Noi Moderati Saverio Romano, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, turbativa d’asta e corruzione. I carabinieri del Ros hanno notificato agli indagati un invito a comparire davanti al giudice per le indagini preliminari in vista dell’interrogatorio preventivo. Solo dopo tale fase il gip deciderà se accogliere o meno la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura per Cuffaro, Romano e gli altri coinvolti, e se procedere alla richiesta di autorizzazione a procedere per il deputato.

A diversi indagati – tra cui l’ex governatore siciliano – i militari hanno inoltre eseguito perquisizioni disposte dai pubblici ministeri. L’indagine, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, riguarda presunti appalti truccati che coinvolgerebbero funzionari pubblici e imprenditori. Tra gli indagati figura anche Vito Raso, storico autista e uomo di fiducia di Cuffaro. L’ex presidente della Regione, oggi leader nazionale della Nuova Democrazia Cristiana, era stato condannato a sette anni di reclusione (sentenza definitiva nel 2011) per favoreggiamento a esponenti mafiosi. È tornato in libertà nel 2015 dopo aver scontato quattro anni e undici mesi di pena, beneficiando di un anno di indulto e della riduzione concessa per buona condotta. Saverio Romano, invece, era stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, ma prosciolto nel 2012 dal gip per insufficienza di prove, secondo la vecchia formula prevista dal codice penale.

I commenti del mondo politico

Il primo commento della politica arriva da Cateno De Luca, capogruppo di Sud chiama Nord all’Assemblea Regionale Siciliana: “Notizie come quelle di oggi, relative a presunti appalti truccati nella sanità che vedrebbero coinvolti esponenti politici e della burocrazia siciliana, fanno male alla politica e alla nostra terra. Non gioisco, come forse faranno altri, erroneamente convinti che la credibilità di governo si conquisti con l’arte dello sciacallaggio o alimentando il clima del lancio delle monetine. Ringrazio la magistratura palermitana per il lavoro che svolge per smascherare presunti sistemi corruttivi in uno dei settori più delicati, la sanità – aggiunge De Luca – ma mi auguro che la giustizia faccia il proprio corso con celerità e fino in fondo, per tutelare anche chi fa buona politica e ha pagato sulla propria pelle il prezzo di un sistema ingiusto. Io so cosa significa finire nel tritacarne giudiziario: quindici anni di gogna mediatica e politica, conclusi con assoluzioni piene per non aver commesso il fatto, ma senza un reale risarcimento umano. Continuo a lavorare per una Sicilia migliore, con onestà e passione – conclude De Luca – insieme a tanti sindaci e amministratori che ogni giorno si rimboccano le maniche per dare risposte concrete ai cittadini, vittime della malapolitica di chi li ha governati per decenni”.

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