Treni in tilt sulla linea Trapani-Castelvetrano-Piraineto: pazienza al capolinea

Luca Di Noto

Treni in tilt sulla linea Trapani-Castelvetrano-Piraineto: pazienza al capolinea

Condividi su:

sabato 01 Novembre 2025 - 06:00

La pazienza dei pendolari siciliani è arrivata al capolinea. È questa la sintesi, amara ma inequivocabile, che emerge dalla nuova denuncia del Comitato Pendolari Siciliani, che torna a puntare il dito contro i gravi disservizi sulla tratta Trapani–Castelvetrano–Piraineto–Palermo, un collegamento ferroviario che da mesi vive tra guasti, soppressioni e ritardi cronici. “La situazione è divenuta ormai insostenibile”, si legge nella nota indirizzata all’assessorato regionale alle Infrastrutture, a Trenitalia e a RFI. Il Comitato parla di “un numero sempre più elevato di treni cancellati e guasti continui” che rendono la mobilità ferroviaria “del tutto inaffidabile” per studenti e lavoratori costretti ogni giorno a spostarsi da e verso il capoluogo. Un esempio emblematico arriva dal 22 ottobre scorso, quando – secondo quanto riportato – ben tredici treni regionali sono stati soppressi, per un totale di oltre 650 chilometri di percorrenze saltate. Una giornata che i pendolari definiscono “drammatica, ma purtroppo non isolata”, perché “i disagi si ripetono con cadenza quotidiana, senza che Trenitalia e RFI forniscano informazioni tempestive o soluzioni immediate”.

Nel documento si sottolinea come “le soppressioni riguardino in particolare la tratta Trapani–Birgi–Petrosino–Strasatti, dove basta un guasto o un temporale per bloccare la circolazione ferroviaria”. A ciò si aggiunge la mancanza di bus sostitutivi adeguati, spesso insufficienti a garantire il trasporto alternativo, con decine di pendolari lasciati a piedi. A pesare è soprattutto il silenzio della politica. Il Comitato denuncia infatti che “nessuna risposta è arrivata dall’assessorato regionale alle Infrastrutture, nonostante le segnalazioni inviate da settimane”, e chiede con forza “l’apertura di un tavolo tecnico urgente con Trenitalia e RFI” per affrontare una situazione che “mette quotidianamente in difficoltà centinaia di utenti”. Il problema, spiegano i pendolari, non è solo tecnico ma strutturale. “Dopo anni di lavori e promesse, la tratta resta fragile, lenta e inaffidabile”, si legge ancora nella nota. “È inaccettabile che nel 2025 un collegamento ferroviario così importante per la Sicilia occidentale versi in queste condizioni, mentre altrove si discute di alta velocità e intermodalità”.

Un passaggio particolarmente duro riguarda il Contratto di Servizio 2024–2033 stipulato tra la Regione Siciliana e Trenitalia. “Chiediamo di sapere se, alla luce dei disservizi ormai quotidiani, siano state applicate le penali previste dal contratto”, scrive il Comitato, sollecitando anche la Regione a “verificare il rispetto degli standard qualitativi e quantitativi stabiliti dall’Accordo di Programma Quadro con RFI”. Dietro il linguaggio tecnico si nasconde la rabbia di chi ogni giorno subisce ritardi, soppressioni e mancanza di comunicazione. In molti segnalano treni fermi per ore tra una stazione e l’altra, coincidenze saltate, pendolari costretti a tornare indietro o a rientrare a casa in taxi. Scene che raccontano una quotidianità fatta di frustrazione e impotenza. Nel frattempo, la Regione Siciliana continua a promuovere piani di mobilità sostenibile e/o campagne per incentivare il trasporto pubblico. Ma nella realtà, almeno per chi vive nella Sicilia occidentale, la sostenibilità resta un concetto applicabile soltanto alla teoria. “Non si può parlare di mobilità verde se i treni non partono, non arrivano e non garantiscono nemmeno la certezza di raggiungere il lavoro o l’università”, osservano i pendolari nella nota. E mentre l’autunno porta con sé piogge e ulteriori disagi, la sensazione di essere cittadini di serie B è destinata a crescere. “Ogni giorno affrontiamo viaggi estenuanti, orari stravolti, treni fatiscenti e zero comunicazione”, si legge nelle testimonianze raccolte dal Comitato. “Non vogliamo privilegi, ma il diritto di un servizio pubblico dignitoso”. La pazienza dei pendolari siciliani, insomma, è davvero al capolinea. Dopo anni di proteste, promesse e tavoli mai risolutivi, il tempo delle giustificazioni sembra finito. Ora servono risposte concrete, perché il treno che collega la Sicilia occidentale al suo capoluogo al momento viaggia sui binari dell’abbandono.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta