Cresce la rabbia dei pendolari trapanesi per i continui ritardi, guasti e cancellazioni che da settimane stanno paralizzando la linea ferroviaria Trapani–Castelvetrano–Palermo Piraineto. Il Comitato Pendolari Siciliani ha inviato una dettagliata nota di protesta denunciando una situazione ormai “inaccettabile” per chi ogni giorno si sposta tra i due capoluoghi. Le lamentele, sempre più numerose, hanno spinto la deputata trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, a chiedere una audizione urgente in Commissione Infrastrutture e Mobilità dell’ARS, convocando l’assessore Alessandro Aricò per ottenere chiarimenti sui gravi disservizi segnalati. Tra gli episodi più eclatanti, la giornata di caos del 22 ottobre scorso, quando sulla tratta Trapani–Castelvetrano–Piraineto sono stati soppressi 13 treni su 26, con bus sostitutivi insufficienti o assenti, lasciando centinaia di viaggiatori a terra.
“È intollerabile – dichiara Ciminnisi – che mentre il Governo Schifani si gloria dell’inutile opera faraonica del Ponte sullo Stretto, oggi bocciato nuovamente e sonoramente dalla Corte dei Conti, i pendolari trapanesi e palermitani siano costretti a viaggiare su treni diesel, con ritardi, cancellazioni e bus sostitutivi che non arrivano”. Secondo il Comitato Pendolari Siciliani, le interruzioni e i ritardi sono ormai la norma, aggravati dai continui guasti ai passaggi a livello di Marausa, Mozia-Birgi e Petrosino-Strasatti. Una delegazione del comitato sarà invitata a testimoniare in audizione davanti alla Commissione. “La Regione Siciliana – aggiunge – non può continuare a ignorare le responsabilità di Trenitalia e RFI. Il Contratto di Servizio prevede standard minimi di qualità che vengono quotidianamente violati senza che nessuno batta ciglio”. La deputata ricorda inoltre che la tratta Trapani–Palermo via Milo è chiusa da oltre dieci anni, e che i lavori di ripristino procedono senza una data certa di conclusione. “Nel frattempo – conclude l’onorevole – i cittadini sono costretti a utilizzare l’unica linea alternativa via Castelvetrano, dove i disservizi si moltiplicano. Non si può parlare di sviluppo se la Sicilia occidentale resta tagliata fuori da una mobilità moderna. Il Governo Schifani smetta di inseguire opere di propaganda e si occupi delle ferrovie siciliane, che sono la vera emergenza”.