Oramai Trapani è una pentola che bolle e sui social gira qualunque cosa. L’ultima, è quella di presunti brogli elettorali alle Amministrative 2023 a Trapani. L’ex assessore Emanuele Barbara, in una diretta social, ha rilanciato pesanti ombre sostenendo che nello spoglio ci sarebbero state irregolarità capaci di cambiare il volto del Consiglio comunale. Secondo Barbara, due liste della coalizione a sostegno del sindaco Giacomo Tranchida, inizialmente sotto la soglia di sbarramento del 5%, sarebbero state “recuperate” all’indomani dello scrutinio, grazie a un solo voto in più, entrando così legittimamente tra gli scranni consiliari.
A riprendere, sempre sui social, la versione di Barbara anche l’ex deputato regionale Nino Oddo, che ha ricordato come quella notte, durante lo spoglio, la ripartizione dei seggi escludesse due liste, poi magicamente riapparse la mattina successiva: “Se le affermazioni di Barbara fossero confermate – ha dichiarato – verrebbe meno la legittimità stessa della maggioranza consiliare. Chiedo che la magistratura faccia chiarezza”. Se non fosse che la magistratura ha già fatto chiarezza e la sentenza del Tar del 2023 ha certificato l’elezione di sindaco e Consiglio.
La replica del PD: “La verità sulle procedure e sul controllo dei voti”
Le parole di Barbara e Oddo hanno riacceso un dibattito che sembrava archiviato. Il Partito Democratico di Trapani, con un comunicato diffuso oggi, ha voluto ristabilire “la verità dei fatti” e fare chiarezza sul funzionamento delle procedure elettorali, respingendo con decisione quelle che definisce “illazioni”.
Innanzitutto, il PD ha spiegato che l’Ufficio elettorale del Comune non ha alcun potere di verifica sui risultati: “Il suo compito è meramente organizzativo – si legge nella nota –. Riceve il materiale elettorale, lo distribuisce ai seggi e, a chiusura delle operazioni, raccoglie i verbali redatti dai presidenti di sezione, rigorosamente sigillati”. Accanto ai verbali, viene consegnato anche un foglio riepilogativo con i dati numerici, ma, precisa il comunicato, “questo documento non ha alcun valore legale ed è destinato esclusivamente a fini pratici e informativi”.
Il vero momento di accertamento avviene invece davanti alla Commissione elettorale centrale, costituita nel seggio n.1 e presieduta da un magistrato. È questo organo, e non il Comune, a esaminare i verbali, controllare eventuali irregolarità, valutare contestazioni e proclamare i risultati definitivi, alla presenza dei delegati di lista. “È la Commissione – sottolinea il PD – a proclamare il sindaco eletto, verificare chi supera lo sbarramento, ripartire i seggi e certificare i consiglieri eletti”.
L’anomalia e la correzione
Il comunicato non nega che durante lo scrutinio si sia verificata un’anomalia, ma chiarisce che riguardava proprio la lista collegata all’ex assessore Barbara. In una sezione, infatti, i voti validi risultarono più numerosi degli elettori registrati. Fu lo stesso presidente della Commissione a rilevare la discrepanza, avviare i controlli e correggere l’errore. Dalla revisione dei verbali emerse che sia la lista Trapani al Centro che la lista I Democratici avevano superato legittimamente la soglia del 5%.
La parola ai giudici amministrativi
Non mancarono i ricorsi. Le liste a sostegno del candidato sindaco di centrodestra, Maurizio Miceli, contestarono in particolare il risultato de I Democratici, ritenendo che non avessero raggiunto lo sbarramento. La questione è arrivata davanti al TAR, che con la sentenza n. 3276/23 ha confermato la regolarità dell’elezione: la lista aveva superato la soglia e i consiglieri Marzia Patti e Giuseppe Pellegrino risultavano eletti a pieno titolo, così come il sindaco Giacomo Tranchida. Nella stessa decisione, il tribunale ha respinto anche il ricorso presentato dallo stesso Miceli contro l’elezione del primo cittadino.
“Trasparenza garantita, basta illazioni”
Alla luce di questi elementi, il Partito Democratico sottolinea che “il Comune non ha avuto alcun ruolo nell’accertamento dei dati” e che i risultati sono stati verificati e certificati esclusivamente dalla Commissione elettorale, sotto la guida di un magistrato.
Infine, l’invito: “Chiunque – compreso l’ex assessore Barbara – ritenga di avere dubbi o sospetti sull’elezione dei consiglieri Marzi Patti e Giuseppe Pellegrino per la lista I Democratici e Giuseppe La Porta e Giuseppe Paralta per la lista Trapani al Centro, si rivolga alle sedi competenti: tribunali, commissioni elettorali e autorità giudiziarie. Non è alimentando polemiche infondate sui social che si rende un servizio alla verità – conclude il PD –. La trasparenza e la correttezza delle procedure sono state già garantite dagli organi preposti e confermate dalla magistratura amministrativa”.