La sanità siciliana al penultimo posto nazionale (e continua a peggiorare di anno in anno…)

redazione

La sanità siciliana al penultimo posto nazionale (e continua a peggiorare di anno in anno…)

Condividi su:

mercoledì 03 Settembre 2025 - 17:15

Nel 2023 solo 13 regioni rispettano gli standard essenziali di cura. Puglia, Campania e Sardegna le uniche promosse al Sud. Peggiorano le performance in 8 Regioni rispetto al 2022. Sono i dati diffusi dal ministero della salute, che valuta annualmente l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni sanitarie che tutte le regioni e province autonome devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket, sulla base di quanto disposto dalla legislazione istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale.

La valutazione generale è frutto dei dati emersi da 88 indicatori suddivisi in tre macro aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. Ogni regione, per ciascuna delle tre aree, può ottenere da 0 a 100 punti e per essere considerata adempiente deve raggiungere la ‘sufficienza’ di almeno 60 punti in tutte le aree.

“La Fondazione Gimbe- afferma il presidente Cartabellotta – ha condotto un’analisi indipendente per misurare le differenze regionali nel garantire i diritti fondamentali di salute, con particolare attenzione all’entità della frattura nord-sud. Per ciascuna regione sono state inoltre valutate le variazioni tra il 2022 e il 2023 e il posizionamento nelle tre aree della prevenzione, distrettuale e ospedaliera”.

Per quanto riguarda la Sicilia, il sistema sanitario nell’isola è rimasto al di sotto della soglia della sufficienza in due aree (prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale), facendo peraltro registrare un peggioramento di 11 punti rispetto al 2022. Alla luce di tali dati, la Sicilia si piazza al penultimo posto nella graduatoria nazionale degli adempimenti Lea, appena sopra la Valle d’Aosta.

“La sanità siciliana affonda da decenni nelle sabbie mobili, ostaggio del rimpallo di responsabilità fra le forze politiche e i governi che si avvicendano. Senza un nuovo modello gestionale e organizzativo, non resterà altro da fare che indignarsi per i dati sui Lea e iniziare la caccia al colpevole di turno, per poi ripetere lo stesso schema al primo caso di vera o presunta malasanità e alla successiva diffusione di studi statistici sul settore”. Così il segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana, con il tavolo della salute della confederazione regionale della Cisl, composto dalla Fnp Cisl, dalla Fp Cisl, dalla Cisl Medici e dalla Fisascat Cisl, commenta il posizionamento della regione in fondo alla classifica sull’erogazione dei Lea. “Se si continua ad agire inseguendo le emergenze, tappando falle alla meno peggio, cercando eventuali responsabili da mettere alla gogna – aggiungono La Piana e i componenti del tavolo della Salute – non si invertirà mai questo trend negativo, che certo non è relativo a oggi ma ha radici lontane e antiche.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta