Infermiere di comunità, l’assessora Faraoni: “La Regione non è rimasta ferma”. Anafepc: “Non bastano brevi corsi, si attivino i master”

redazione

Infermiere di comunità, l’assessora Faraoni: “La Regione non è rimasta ferma”. Anafepc: “Non bastano brevi corsi, si attivino i master”

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domenica 31 Agosto 2025 - 16:11

L’assessora regionale alla salute, Daniela Faraoni, è intervenuta attraverso una nota sulla questione dell’infermiere di famiglia e di comunità. “La Regione Siciliana non è stata ferma, anzi ha già avviato un ciclo formativo attraverso il Cefpas. Il primo corso è partito a giugno e nelle prossime settimane ne saranno attivati altri che permetteranno, entro dicembre 2025, a circa 600 infermieri di completare la formazione specifica”.

La Faraoni sottolinea che “il programma formativo è stato elaborato dal Cefpas, il centro regionale di formazione specialistica sanitaria su mandato dei dipartimenti Asoe e Pianificazione strategica, in attuazione della Missione 6 del Pnrr. Gli infermieri di famiglia e di comunità svolgeranno il proprio ruolo nei distretti sanitari (case di comunità, cot, ospedali di comunità e unità di continuità assistenziale) e rappresenteranno una figura professionale centrale nel processo di assistenza a livello territoriale”.

“Al momento – conclude l’assessore – i processi di reclutamento non possono prevedere il possesso obbligatorio di alcun master: questo sarebbe, infatti, un requisito specifico in più rispetto a quanto previsto dalle norme. È solo Agenas ad aver fornito le linee di indirizzo per gli infermieri di famiglia, riconoscendo i master come titolo preferenziale per i concorsi ma stabilendo che tale funzione può essere ricoperta anche da personale che ne è privo, purché abbia sostenuto percorsi formativi specifici “di tipo regionale”. In conformità alle direttive Agenas la Regione ha avviato i processi di formazione per la nuova figura”.

Alle dichiarazioni dell’assessora Faroni ha replicato l’Accademia Nazionale per l’Alta Formazione e Promozione della Cultura, attraverso una nota sottoscritta dal presidente Calogero Coniglio.

“L’Assessore ha dichiarato che, secondo le indicazioni AGENAS, il Master è “titolo preferenziale” e non obbligatorio, e che la Regione ha attivato percorsi formativi regionali attraverso il CFPAS. Ciò non risolve il problema sostanziale: la Sicilia è oggi tra le regioni a non aver attivato alcun Master universitario per questa figura, nonostante il suo ruolo chiave nella riforma dell’assistenza territoriale”. La nota dell’ANAFePC evidenzia che in molte regioni le Università (Sapienza di Roma, Parma Ferrara, UNINT, Humanitas) hanno istituito Master universitari specifici, offrendo ai professionisti un percorso formativo serio, strutturato e riconosciuto di 1.500 ore.
“L’ Infermiere di Famiglia e di Comunità non può essere formato attraverso corsi brevi regionali. Ridurre la formazione a poche settimane d’aula significa abbassare il livello di qualificazione e rischio di compromettere la qualità dell’assistenza territoriale e domiciliare. Significa indebolire una figura professionale chiave e minare le fondamenta della sanità territoriale. I corsi regionali non garantiscono lo stesso livello di riconoscibilità e spendibilità professionale di un Master universitario di 1.500 ore. Accontentarsi significa restare indietro. La scelta della Sicilia di puntare esclusivamente su corsi regionali brevi rischia di impoverire la preparazione degli infermieri, di creare disuguaglianze formative rispetto ad altri territori, e di limitare le possibilità di carriera e mobilità professionale degli stessi infermieri siciliani, che si troveranno svantaggiati in eventuali selezioni pubbliche regionali e nazionali. L’infermiere di famiglia non può essere formato con scorciatoie. È una figura complessa, centrale nella nuova sanità territoriale, a cui viene affidata l’assistenza domiciliare, la presa in carico delle cronicità, la gestione della continuità assistenziale”.
Alla luce di ciò ANAFePC chiede alla Regione Siciliana di colmare questo gap, avviando un dialogo con le Università siciliane per attivare i Master, come già fatto altrove.


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