Trapani, i cittadini portano il Comune in Tribunale per la movida selvaggia

redazione

Trapani, i cittadini portano il Comune in Tribunale per la movida selvaggia

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sabato 02 Agosto 2025 - 07:00

E’ sul piede di guerra il Comitato Centro Storico Trapani per la gestione della movida in centro città. Il Comitato infatti, insieme a numerosi residenti e gestori di strutture ricettive, ha presentato ricorso al TAR Sicilia contro l’ordinanza sindacale che disciplina la movida con poteri straordinari. Al centro del contenzioso c’è l’assenza, da oltre vent’anni, di un piano comunale di classificazione acustica e di un regolamento sul rumore, strumenti previsti dalla legge ma mai adottati dal Comune. “Non siamo contro la musica o il divertimento – dichiarano i ricorrenti – ma contro l’anarchia e il disordine. Dopo anni di richieste ignorate, siamo stati costretti a rivolgerci alla giustizia“. Secondo il Comitato, l’Amministrazione continua a ricorrere ogni estate a ordinanze “contingibili e urgenti” per affrontare una situazione ben nota e strutturale, senza alcun supporto tecnico, dati fonometrici o confronto pubblico.

Il ricorso – patrocinato dagli avvocati Donato D’Angelo ed Elisabetta Abelardi dello Studio Legale D’Angelo Pernazza di Roma – evidenzia che l’ordinanza comunale, presenta vizi sostanziali: durata eccessiva, uso improprio dei poteri emergenziali, e totale mancanza di pianificazione. Il Comitato chiede l’annullamento dell’ordinanza, ma soprattutto che il Comune sia obbligato ad adottare finalmente gli strumenti di programmazione previsti dalla legge. “Il centro storico è ostaggio di una movida fuori controllo – spiegano – con la città abbandonata al caos, musica fino all’alba, risse, schiamazzi e violazioni senza controllo. Anche molti operatori turistici sono con noi: i turisti scappano, la città perde attrattività”. La cosiddetta movida, così com’è gestita, non promuove affatto Trapani: la danneggia, allontana i visitatori e crea malcontento diffuso”.

La questione, sottolineano i ricorrenti, riguarda diritti costituzionali come quello alla salute (art. 32) e alla quiete pubblica (art. 8 CEDU), e tocca un tema nazionale: la sostenibilità della vita urbana e la necessità di conciliare le esigenze della movida con il diritto dei cittadini e dei tanti turisti che d’estate arrivano in città , di vivere in un ambiente sano e ordinato. “Non vogliamo spegnere la città. Vogliamo salvarla. Chiediamo solo regole chiare, controlli veri e una città che funzioni per tutti, non solo per pochi. Abbiamo partecipato a incontri in Prefettura, proposte avanzate concrete, chiesto l’adozione di un regolamento serio”, dichiara Alberto Catania, presidente del Comitato. “Ma ogni anno tutto viene ignorato. Ora basta: chiediamo al TAR di ristabilire i diritti fondamentali, a partire da quello alla salute e alla sicurezza”. Il caso di Trapani si inserisce in un quadro nazionale più ampio, dove in molte città italiane – da Milano a Palermo, da Firenze a Lecce e Napoli – crescono i ricorsi contro ordinanze emergenziali emesse senza pianificazione e senza dialogo con le comunità locali.

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