È calato ufficialmente il sipario sulle feste improvvisate in barca, quelle con casse a tutto volume, trenini sfrenati e karaoke sotto il sole, che negli ultimi anni avevano trasformato le splendide calette delle Egadi e di tutta la costa trapanese in piste da ballo galleggianti.
Con l’Ordinanza n. 258 del 2025, firmata dal comandante della Capitaneria di Porto di Trapani, Guglielmo Cassone, e condivisa da tutte le Capitanerie della Sicilia Occidentale, scatta il divieto assoluto di utilizzare impianti di amplificazione sonora a bordo delle imbarcazioni entro 500 metri dalla costa. Una stretta tanto decisa quanto necessaria, per porre fine a un fenomeno che ha ormai raggiunto livelli insostenibili.
A motivare il provvedimento non è soltanto la salvaguardia del paesaggio sonoro, quel prezioso equilibrio fatto di onde, vento e silenzi, ma anche e soprattutto la sicurezza della navigazione. La musica a volume elevato, infatti, ostacola l’ascolto del canale VHF 16, la frequenza radio dedicata alle comunicazioni d’emergenza in mare. Inoltre, copre i segnali acustici tra barche, aumentando il rischio di collisioni.
“Spiace dover arrivare alle sanzioni– si legge nella nota della Capitaneria – ma evidentemente il buon senso, da solo, non basta”. E così, chi non rispetterà il divieto rischia multe fino a oltre 1.000 euro e, nei casi più gravi, anche una denuncia penale.
Il cuore della questione è chiaro: proteggere la vita in mare, la quiete dei residenti e dei bagnanti, ma anche il fascino naturale di luoghi come Favignana, Levanzo, San Vito Lo Capo e Scopello, dove la bellezza non ha bisogno di colonne sonore sparate a mille.
Per tutta l’estate, dunque, a chi si avvicina alla costa sarà richiesto di spegnere le casse e alzare il volume solo del rispetto. Una rivoluzione silenziosa, che restituisce al mare la sua voce più autentica: quella degli spruzzi, del vento tra le vele e dei gabbiani che gridano liberi.
È il tempo della contemplazione, non della trasgressione. E il mare finalmente torna a farsi sentire.