Parco Lilibeo tra polemiche e degrado: “Spropositata la cifra per la gestione dei parcheggi”

redazione

Parco Lilibeo tra polemiche e degrado: “Spropositata la cifra per la gestione dei parcheggi”

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lunedì 14 Luglio 2025 - 06:53

A guardare le condizioni attuali del Parco Archeologico Lilibeo di Marsala, tra erbacce, incuria e manutenzione assente, Ninny Aiuto, cittadino impegnato nella difesa del patrimonio culturale locale, si chiede se la direttrice Occhipinti ne sia consapevole visto che “… appare più attiva in termini di comunicazione di qualsiasi politico del trapanese. È ormai raro passare una settimana senza leggere un suo intervento sulla stampa”. Prima le firme per riaprire la Plateia Aelia, ovvero il camminamento che attraversa il Parco e che da Piazza della Vittoria (Porta Nuova) arriva sul litorale del cosiddetto “Ferro di Cavallo”, poi la vicenda dell’illuminazione al Parco con conseguente polemica politica sui meriti dell’operazione, Ninny Aiuto, che si era fatto portavoce della petizione, si inserisce nuovamente contrattaccando.

Tuttavia, osserva Aiuto, in mezzo a questo “bulimico comunicare”, “… non vengono mai forniti dati aggiornati o informazioni che i cittadini realmente attendono”. Gli unici numeri disponibili fino a poche settimane fa sul sito della Regione risalivano al 2021, e gli uffici del Parco sono sistematicamente irraggiungibili. Aiuto si chiede “… come fanno gli altri parchi siciliani, anche quelli della nostra stessa provincia, a ottenere risultati molto più consistenti, sia in termini di presenze che di decoro?”. A ciò si aggiunge “… una narrazione trionfalistica su mostre, laboratori e concerti, dimenticando che la vera missione di un Parco archeologico è lo studio, la tutela e la valorizzazione del patrimonio antico”. “L’archeologia – incalza – è diventata la grande assente, sacrificata in nome di un’attività culturale che potrebbe benissimo essere svolta da qualsiasi altro ente pubblico“.

La gestione dei parcheggi pubblici su area del Parco archeologico

Tra gli aspetti più critici l’affidamento in concessione per tre anni della gestione dei parcheggi pubblici a pagamento su area demaniale del Parco. “Si tratta – spiega – di una gara con una base d’asta triennale di 960.000 euro, con scadenza per la presentazione delle offerte fissata alle 10.30 del 28 luglio 2025. Una cifra spropositata rispetto a quanto realisticamente incamerabile”. Ma la vera questione è che “il disciplinare di gara esclude di fatto qualsiasi operatore locale”. Infatti, per partecipare, è necessario dimostrare un fatturato almeno doppio rispetto al valore della concessione, maturato nei migliori tre anni degli ultimi cinque. Una mancanza di trasparenza: “Si grida allo scandalo per una bottiglia lasciata da un incivile all’Antico Viale, ma si accetta senza problemi che quell’area venga invasa da auto, lamiere e agenti inquinanti. Forse le automobili – ironizza – piacciono di più, fanno colore”. Il timore è che il passaggio da parcheggio pubblico a privato, “oltre a ridurre i posti realmente disponibili per i visitatori, apra alla possibilità di affitti a soggetti terzi come noleggiatori e aziende, trasformando un bene pubblico in una risorsa a servizio di interessi privati“. Tutto ciò, sostiene, “… senza alcuna garanzia che gli incassi vengano reinvestiti per la tutela del Parco, visto che il bando non prevede obblighi stringenti in tal senso”.

La questione dell’illuminazione alla Plateia Aelia

Aiuto ricorda la vicenda dell’illuminazione della Plateia Aelia, “che doveva servire – secondo i documenti iniziali – anche a permettere il libero attraversamento dell’area archeologica“. Invece, “oggi ci si ritrova con una gestione a pagamento per una strada pubblica, e con un progetto completamente snaturato rispetto alle intenzioni originarie”. Ciò rappresenta “... una forma di usurpazione, almeno concettuale, dello sviluppo urbano e culturale di Marsala. Gli antichi romani avevano disegnato spazi fruibili e aperti, noi li richiudiamo tra cancelli e parcheggi a pagamento”. E conclude, con amarezza: “Altrove si cammina sull’Appia Antica. Qui, invece, ci accovacciamo sotto il peso di una politica miope e di una burocrazia che sembra aver perso il senso della propria missione culturale”.

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