Dove Il Soccorso incontra i diritti: a Misiliscemi si impara il linguaggio LGBTQIA+

Carmela Barbara

Dove Il Soccorso incontra i diritti: a Misiliscemi si impara il linguaggio LGBTQIA+

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lunedì 07 Luglio 2025 - 07:00

C’è un’idea di volontariato che va oltre il gesto tecnico, oltre la divisa, oltre l’urgenza dell’intervento. È un’idea che ha a che fare con l’ascolto, con il rispetto, con l’umanità. Ed è proprio questa visione che ha preso forma, concreta e condivisa, nei giorni scorsi a Fontanasalsa, sede de Il Soccorso OdV Anpas di Misiliscemi, durante un incontro destinato a lasciare il segno. Il titolo dell’iniziativa era semplice quanto potente: “Comunicare con rispetto: linguaggi e buone pratiche nell’accoglienza delle persone LGBTQIA+”. Ma dietro quelle parole si è costruito molto di più: una rete di consapevolezza, una promessa di attenzione, un impegno che da oggi si fa anche carta, firma, protocollo. Promosso in collaborazione con Arcigay Shorùq di Trapani, l’incontro è stato un momento di formazione partecipato e vivo, animato da chi crede che accogliere significhi prima di tutto comprendere.

Il confronto con Arcigay Shorùq

A guidare il confronto sono stati i rappresentanti di Arcigay Shorùq, che con chiarezza e competenza hanno accompagnato i volontari in un viaggio dentro le parole: orientamento sessuale, identità di genere, espressione, caratteristiche sessuali. Termini spesso mal compresi, spesso caricati di giudizi inconsapevoli, ma fondamentali per offrire accoglienza vera. E poi le buone pratiche, quelle che iniziano già nel primo sguardo, nel tono della voce, nel rispetto della privacy, nell’uso consapevole delle parole. Pratiche che – in ambito socio-sanitario e assistenziale – possono fare la differenza tra sentirsi accolti o invisibili. Il cuore dell’incontro è arrivato con la firma del protocollo d’intesa tra Il Soccorso OdV e Arcigay Shorùq. Un gesto che non è rimasto confinato alla carta, ma che ha preso voce e senso attraverso le parole appassionate dei protagonisti. “Sono molto contenta di questa alleanza tra Shorùq e Il Soccorso – ha detto Viviana Giubilo, presidente di Arcigay Shorùq -. È frutto di una formazione reciproca. Siamo felici di collaborare con chi, come noi, crede che la salute e la sicurezza debbano essere davvero per tuttə”. Dal lato del volontariato, la voce di Pino Aceto, presidente de Il Soccorso, ha risuonato con una lucidità che lascia poco spazio all’indifferenza: “Io credo profondamente che il nostro compito non si esaurisca nell’intervento tecnico. Il nostro dovere parte da un principio umano: il rispetto della dignità di ogni persona. L’incontro e il protocollo siglato non sono solo un evento formativo: sono una scelta di campo. Stare dalla parte dei diritti, dell’inclusione, della libertà di essere sé stessi”. Il clima dell’incontro è stato quello di una vera palestra di ascolto e confronto. Uno spazio dove fare domande, condividere difficoltà, mettersi in discussione.

Le testimonianze in vista del Gay Pride di Trapani

Un momento speciale anche per le nuove generazioni del volontariato, come Carlotta, giovanissima volontaria, che ha saputo cogliere l’essenza della serata: “La firma del protocollo e questo confronto sono un segnale forte di collaborazione e rispetto. Un passo verso una società dove la diversità è accolta e valorizzata”. L’appuntamento, simbolico e operativo, è fissato per il 26 luglio, giorno del primo Trapani Pride, dove Il Soccorso OdV sarà presente con la propria assistenza e il proprio spirito di servizio. Ma è chiaro che questa alleanza non finisce lì. Pino Aceto lo dice con una speranza che è anche programma: “Questa formazione non è una moda, non è un “di più”. È un tassello fondamentale per rendere i nostri servizi davvero accessibili. Ci insegna a comunicare meglio, ad ascoltare di più, a riconoscere che anche le parole dette in buona fede possono ferire. E per questo continueremo a formarci, a crescere, a fare rete. Perché ogni volta che un essere umano si sente accolto e sicuro, vinciamo tutti. E questo è, per noi, il senso più profondo del soccorso”. Non resta che seguire il cammino avviato. Un cammino che intreccia mani tese, cuori aperti e parole giuste. Perché in fondo, la vera emergenza è sempre quella dell’umanità. E per risponderle, servono coraggio, consapevolezza, e la volontà di non lasciare nessuno indietro

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