All’orizzonte si profilano le prossime elezioni comunali e, come da consuetudine, prende avvio il “valzer” dei nomi e dei buoni sentimenti anche a Marsala. In questo clima, la Federazione Provinciale di Trapani di Rifondazione Comunista interviene per richiamare l’attenzione sull’esigenza di ripartire dai contenuti e dai percorsi collettivi che in questi anni hanno rappresentato una reale alternativa alla politica dominante. “Riteniamo indispensabile – dichiara Davide Pastore, segretario provinciale del PRC – partire da ciò che ha rappresentato il fronte referendario e la lotta per la Pace. La campagna contro l’Autonomia Differenziata, quella per i diritti dei lavoratori, quella per la Pace, hanno visto, anche a Marsala, un’unità di intenti capace di andare oltre la frammentazione politica e di proporre una visione alternativa a quella che ha portato all’attuale stallo amministrativo”.
Secondo il PRC, è paradossale che oggi si tenti di presentare come “nuova” e “vergine” proprio quella coalizione che ha governato la città e che, secondo il partito, porta una chiara responsabilità nel degrado amministrativo e politico in cui versa Marsala. Intanto, nel dibattito cittadino iniziano a circolare diversi nomi in vista della candidatura a sindaco. “Noi, oggi, non vogliamo entrare nel merito delle singole candidature – continua Pastore – perché riteniamo che Marsala possa esprimere personalità di valore e serietà. Ma il punto fondamentale non è chi, bensì per quale Marsala vogliamo impegnarci. Prima dei nomi servono i temi, le idee e i progetti concreti”. Il PRC ribadisce che intende partecipare alla costruzione di un fronte politico e sociale che parta dai contenuti, non da meri accordi tra sigle o alleanze personalistiche. In quest’ottica, annuncia un momento pubblico di proposta politica: il prossimo 7 luglio sarà presentato il Progetto Marsala. “Non sarà un semplice programma elettorale – conclude Pastore – ma una proposta di lavoro unitario, dentro e fuori le istituzioni. Un progetto aperto, inclusivo, permeabile al contributo di tutte le forze della sinistra cittadina, con l’ambizione di costruire insieme un’alternativa reale per Marsala”.
Mi sembra buona l’idea che per Marsala ci vorrebbero buone idee. Io sono disposto ad esaminarle, basta che non mi si ponga di nuovo la proposta che per la mia città ci vuole una svolta. È più di mezzo secolo che sento parlare, in prossimità delle elezioni amministrative, di una necessaria svolta per la città, che poi, ad elezioni avvenute, si mostra essere falsa e bugiarda. Così che, di svolta in svolta, la città è rimasta come uno scarafaggio nella stoppa, in vani tentativi di movimenti stando ferma.
L’ultima svolta l’avevano promessa questo sindaco, che sta al Quartiere, Massimo Grillo e le liste che lo hanno supportato. I primi quattro anni sono passati inutilmente in attesa di vedere svoltare la città. Ora, che l’ultimo anno di amministrazione è scattato, sembra essere partito il movimento desiderato. Numerosi sono i cantieri aperti, soprattutto a fronte mare, o, come è più figo dire: water front. La programmazione suscita favorevoli commenti tra gli affezionati sodali del sindaco, ma anche sicure critiche da parte degli avversari. I cittadini temono che le opere pubbliche in corso abbelliranno momentaneamente la città, che però resterà arretrata nei servizi essenziali, come la viabilità, la circolazione stradale, la cura della periferia e la manutenzione dell’esistente.
Si hanno anche molti dubbi, in città, su alcune opere in cantiere, come per esempio l’area circostante il monumento ai Mille. Si rischia di avere un buon arredamento di un brutto monumento – magazzino seminterrato.
Inoltre, l’esempio del passato, ormai storia, fa pensare che anche le nuove opere pubbliche, una volta finite saranno abbandonate come numerose opere precedenti. Sempre per esempio, Villa Genna non è utilizzata, Villa Damiani è parzialmente abbandonata, come l’eliporto e le urbanizzazioni della zona artigianale.
La Salinella, si sente dire, sarà nuovamente urbanizzata, dopo essere stata rinnovata sotto l’amministrazione Carini, e poi del tutto abbandonata ai vandalismi umani e ai danni delle stagioni. Senza dimenticare che il nuovo cimitero di Cutusio fu finito e abbandonato senza essere stato mai utilizzato.
Stavolta sarà la volta buona di una vera svolta cittadina? C’è da essere dubbiosi.