L’isola di Marettimo, la più occidentale dell’arcipelago delle Egadi in Sicilia, vanta una storia millenaria che affonda le sue radici in un passato remoto. I primi insediamenti umani sull’isola risalgono probabilmente al 5.000 a.C., come testimoniano reperti archeologici quali punte di frecce e schegge di ossidiana conservati nel Museo del Mare. Ulteriori resti, datati all’800 a.C., sono stati rinvenuti nella grotta carsica sopra la grotta marina della Pipa, indicando che Marettimo era un importante punto di sosta per i naviganti del Mediterraneo, che qui trovavano riparo e provviste.
La battaglia delle Isole Egadi
L’isola entra ufficialmente nella storia con la battaglia delle Isole Egadi del 10-20 marzo 241 a.C., evento cruciale che pose fine alla prima guerra punica tra Romani e Cartaginesi. In quella battaglia, la flotta cartaginese fu sconfitta dai Romani, che da allora stabilirono un presidio militare sull’isola per controllare la rotta tra la Tunisia e Roma. Di questo periodo rimangono le “Case Romane”, un complesso monumentale situato nella parte alta dell’isola, accanto a una chiesa normanna eretta dai monaci Basiliani utilizzando i resti di edifici romani.
Le invasioni sull’isola
Dopo la dominazione romana, Marettimo fu teatro di numerose invasioni: vandali, bizantini, saraceni e arabi si susseguirono nel controllo dell’isola. I saraceni costruirono la torre di avvistamento di Punta Troia, ancora oggi visibile, mentre gli arabi lasciarono un’impronta culturale duratura, soprattutto nel lessico legato alla pesca e alla vita domestica. Nel 1078 il conte Ruggero d’Altavilla riconquistò l’isola, riportando la cristianità e dando inizio al periodo normanno, seguito poi da Svevi, Angioini e Spagnoli. Durante il dominio spagnolo, Marettimo visse un periodo di isolamento e minacce continue da parte di pirati, che costrinsero gli abitanti a rifugiarsi nelle grotte dell’isola.
L’arrivo degli spagnoli
Nel 1637 gli spagnoli cedettero l’isola al marchese Pallavicino di Genova, segnando l’inizio di una lenta ripopolazione, favorita soprattutto dalla politica riformista dei Borbone alla fine del XVIII secolo. In quel periodo, il castello dell’isola divenne anche una prigione per prigionieri politici, testimonianza delle turbolenze dell’epoca rivoluzionaria e post-rivoluzionaria. Nel XIX secolo, con la pace portata dal re Ferdinando II di Borbone e l’arrivo della famiglia Florio, Marettimo conobbe un rilancio economico e culturale. I Florio investirono nella costruzione delle tonnare e nel rilancio dell’agricoltura, contribuendo a far abbandonare agli isolani le grotte per abitare case in tufo, dando così forma all’attuale centro abitato.
Marettimo dal Novecento ad oggi
Nel Novecento, l’isola ha vissuto un forte flusso migratorio verso l’America, in particolare California e Alaska, dove molti pescatori cercarono fortuna. Oggi Marettimo è un piccolo borgo che vive principalmente di pesca e turismo, con una popolazione che si è ridotta rispetto agli anni Cinquanta ma che sta trovando nuova vitalità grazie a queste attività. In sintesi, Marettimo è un’isola che ha attraversato millenni di storia, da antichi insediamenti preistorici a crocevia di civiltà mediterranee, fino a un presente che coniuga tradizione e valorizzazione turistica, mantenendo intatto il fascino di un luogo sacro e strategico nel cuore del Mediterraneo.