Onorevoli uomini, donne senza titolo: per la deputata Ciminnisi la battaglia di genere è ancora aperta

redazione

Onorevoli uomini, donne senza titolo: per la deputata Ciminnisi la battaglia di genere è ancora aperta

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sabato 31 Maggio 2025 - 08:04

Un incontro sullo sviluppo sostenibile e il futuro del Mediterraneo si è trasformato in un’occasione di riflessione sul ruolo delle donne nelle istituzioni. A Mazara nelle scorse ore, in occasione del convegno “Migliorare l’approvvigionamento ittico nel Mediterraneo”, tenutosi nell’ambito del Festival Tesori del Blu e organizzato in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, la deputata del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi ha sollevato una questione tutt’altro che marginale: la rimozione simbolica del ruolo femminile nei contesti istituzionali.

Accanto ai nomi dei miei colleghi parlamentari uomini era indicato il titolo ‘Onorevole’. Accanto al mio, nulla – ha dichiarato Ciminnisi -. Nessun titolo, nessun riconoscimento del ruolo istituzionale che rivesto come unica donna deputata della provincia di Trapani”. Un dettaglio, apparentemente. Ma, come spiega la parlamentare pentastellata, non si tratta affatto di una svista trascurabile. “Non è un errore di stampa: è forma che diventa sostanza. È un riflesso culturale, una sottile ma costante rimozione del ruolo delle donne nei luoghi del potere”. Secondo la deputata 5 stelle l’episodio è sintomo di una realtà ancora profondamente segnata da dinamiche patriarcali: “Perché una donna in politica è spesso vista come una nota a piè pagina in un mondo scritto da uomini per uomini. E l’onore, evidentemente, resta privilegio maschile: a loro il titolo, a noi l’invisibilità onorata”.

La deputata ha sottolineato che nel suo gruppo parlamentare, composto da sei uomini e cinque donne, non c’è mai stato interesse particolare per l’utilizzo del titolo “Onorevole”. Ma il punto, afferma, è un altro: “Non si tratta di vanità personale, né di formalità. Si tratta del rispetto dovuto alle istituzioni e a chi ne fa parte. Uomo o donna che sia”. “In quel ‘Cristina Ciminnisi’, senza ‘On.’, c’è tutta la fatica di una donna che deve guadagnarsi due volte ciò che a un uomo basta incarnare. È la cultura che ti dice: siediti pure, ma non alzare la voce. E, soprattutto, non la testa”. Un messaggio, quello della parlamentare trapanese, che va oltre la sua esperienza personale: “Non parlo per me. Parlo per tutte le donne che ogni giorno devono ricordare che il loro ruolo merita lo stesso rispetto. Perché se nel 2025 una donna che siede in Parlamento deve ancora rivendicare il riconoscimento del proprio ruolo istituzionale, significa che abbiamo ancora tanta strada da fare”.

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