Mafia nel trapanese: si prosegue con i soliti affari, anche senza Messina Denaro

redazione

Mafia nel trapanese: si prosegue con i soliti affari, anche senza Messina Denaro

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martedì 27 Maggio 2025 - 17:30

Un familismo particolarmente accentuato, un forte senso di appartenenza ed omertà e uno stretto collegamento con le famiglie palermitane. Questo il ritratto di Cosa Nostra a Trapani contenuto nella relazione annuale (2024) della Direzione Investigativa Antimafia, presentata oggi. Nel trapanese resta inalterata la tradizionale ripartizione in quattro mandamenti (Trapani, Alcamo, Mazara Del Vallo e Castelvetrano) a loro volta suddivisi in 17 famiglie.

“L’attività di analisi svolta nel territorio della provincia di Trapani – si legge nella relazione della Dia – ha evidenziato un’incessante azione della magistratura e delle forze di polizia, che ha continuato a produrre arresti di soggetti ritenuti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, confermando nel contempo il ruolo di centralità della famiglia di Campobello di Mazara”.

Nonostante il vuoto lasciato dall’arresto (e dal successivo decesso) del boss castelvetranese, per la Dia la gestione “dinastica” degli affari illeciti condotti dalle famiglie mafiose, continuerebbe ad essere ripartita secondo il principio della competenza territoriale mafiosa. Al momento, infatti, non sembra essersi ricostituito un organismo di vertice e le varie articolazioni delle famiglie mafiose delle province occidentali (Palermo, Agrigento e Trapani) sembrano più orientate all’interazione, secondo una gestione operativa collegiale.

La mafia trapanese conferma anche in questa fase il suo tipico modus operandi di tipo collusivo-corruttivo, finalizzato ad inserirsi in vari ambiti dell’economia, dell’imprenditoria e delle amministrazioni locali, con il contributo di imprenditori e funzionari pubblici compiacenti, se non addirittura contigui agli ambiti della criminalità mafiosa, come dimostrato dalle diverse operazioni effettuate nel corso del 2024 tra le varie aree della provincia di Trapani.

Tra le attività di polizia giudiziaria più frequenti quelle dirette al contrasto del traffico di stupefacenti, delle scommesse e del gioco on line.

“L’azione di contrasto alle consorterie mafiose – si legge ancora nella relazione della Dia – è proseguita nel periodo in riferimento, non solo con le attività repressive e preventive giudiziarie summenzionate, ma anche sul fronte della prevenzione amministrativa che ha permesso al Prefetto di Trapani di emettere 33 provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti di società, prevalentemente attive in settori connessi alle coltivazioni viticole, dei frutti oleosi e dei cereali, imprese operanti nel settore delle costruzioni edili e del movimento terra, nel settore dedito alle lavorazioni di prodotti agricoli, al commercio all’ingrosso di frutta e verdura, nel settore degli autotrasporti per conto terzi, servizi di agenzie funebri, in relazione ai quali, approfonditi accertamenti, hanno consentito di rilevare elementi di contiguità nonché tentativi di infiltrazioni da parte di talune consorterie della Provincia, riconducibili al mandamento di Mazara del Vallo (famiglia Salemi, famiglia Vita, famiglia Marsala), mandamento di Castelvetrano (famiglia Castelvetrano, famiglia Campobello di Mazara), mandamento di Trapani (famiglia di Trapani, famiglia di Valderice) e mandamento di Alcamo (famiglia Castellammare del Golfo). Tali dati evidenziano una maggiore incidenza di cosa nostra nell’area geografica più a sud di questa provincia, corrispondente alle aree poste in prossimità dei comuni di Mazara del Vallo e Castelvetrano”.

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