La vicenda legata ai gravi ritardi nei referti degli esami istologici nei presidi ospedalieri della provincia di Trapani ha raggiunto un punto cruciale. Al centro della bufera amministrativa e sanitaria c’è Ferdinando Croce, direttore generale dell’Asp di Trapani, attualmente sospeso dall’incarico. Croce ha preparato una difesa dettagliata nel tentativo di rientrare in servizio entro il 28 maggio, data limite oltre la quale scatterebbe la sua decadenza definitiva. Nei giorni scorsi, Croce è stato ascoltato dall’Assessorato regionale alla Salute, e successivamente anche dalla Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria. Quest’ultima si è espressa favorevolmente alla decadenza del manager, decisione assunta dopo aver esaminato il caso e ascoltato l’audizione dello stesso Croce, che è stata regolarmente registrata.
Nel frattempo, la Commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana ha ricevuto oggi il fascicolo ufficiale sulla cosiddetta “vicenda Croce”. Il parere della Commissione, seppur non vincolante, contribuirà a delineare il quadro politico e istituzionale attorno a una decisione che potrebbe avere conseguenze di rilievo per la governance sanitaria del territorio. Parallelamente, all’interno dell’Asp di Trapani sono già scattati i primi provvedimenti disciplinari nei confronti di alcuni dirigenti medici, e si profilano ulteriori azioni correttive per accertare eventuali responsabilità nella gestione degli esami istologici. La vicenda continua a suscitare forte attenzione pubblica e istituzionale soprattutto per i primi due decessi che hanno riguardato un uomo di Marsala e uno di Salemi che per mesi e mesi hanno atteso un referto oncologico che ne ha ritardato le cure aggravando il cancro.