Il polmone del mediterraneo

Camilla Marino

Il polmone del mediterraneo

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sabato 17 Maggio 2025 - 12:42

La porzione di mare che circonda le isole Egadi è come un forziere che custodisce un tesoro inestimabile: un vero e proprio patrimonio di fanerogame che va preservato sotto ogni suo aspetto. Non a caso le isole dell’arcipelago si trovano all’interno dell’Area Marina Protetta più grande del Mediterraneo, con una flora e una fauna ittiche preziosissime.

Tra le ricchezze che popolano queste acque, ce n’è una in particolare, indispensabile per il sostentamento di tutta la vita marina e in buona parte anche di quella terrena, considerata come “l’oro delle Egadi”: la Posidonia oceanica.

La posidonia non è un’alga, ma una pianta acquatica. La prima non dispone né di radici, né di foglie, né di fiori e nemmeno di frutti. Le alghe sono costituite da un’unica struttura vegetale che prende il nome di tallo.

La Posidonia, invece, è provvista di radici, di un fusto dotato di rizomi e di foglie. Produce anche frutti chiamati olive di mare, che custodiscono i semi della pianta, permettendone la riproduzione e il nutrimento.

Inoltre, l’insieme di radici, rizomi e sedimento, viene definito matte.

Sebbene si chiami “posidonia oceanica”, in realtà, questa specie è endemica del Mar Mediterraneo, e crea delle vere e proprie praterie sul fondale denominate posidonieti, che oscillano seguendo la corrente. Ogni volta che mi immergo nelle acque di Cala Rotonda o in qualsiasi altro punto di questo lembo di mare, rimango incantata nell’osservare come queste foglie si muovano placide e a ritmo in una danza silenziosa.

Spesso, i barcaioli che accompagnano i turisti attorno all’isola, transitano attraverso queste cale, sostando sopra le magiche e pacifiche praterie, donando l’impressione di volare sovrastando una foresta color verde smeraldo.

La Posidonia somiglia a una giungla in miniatura e costituisce la comunità climax del Mediterraneo.

In ecologia, si parla di climax quando si raggiunge lo stadio finale dell’evoluzione di un determinato ecosistema. In poche parole, se le condizioni ambientali persistono, esso sarà in grado di autoriprodursi in maniera perpetua nel corso del tempo.

Se per noi terrestri uno dei polmoni del mondo è la Foresta Amazzonica, per le creature abitanti di queste acque è la Posidonia a fornire l’ossigeno e ad assorbire l’anidride carbonica tramite la fotosintesi clorofilliana: un processo che in questo caso si innesca grazie al parenchima aerifero, un tessuto che negli esseri vegetali permette tutti gli scambi gassosi.

Il nome Posidonia oceanica è stato coniato nel 1813 dallo studioso Delile.

Ma questa verde foresta marina non funge solo da riparo e da “bombola d’ossigeno” del mare: la sua presenza contrasta l’erosione delle coste. Questo grazie alla resistenza del matte, che rende il fondale meno sensibile ai moti ondosi e alle forti correnti che potrebbero potenzialmente distruggere il litorale.

Bisogna ringraziare anche le banquette, cioè quegli ammassi di piante ormai ingrigite e maleodoranti che prendono la forma di una scogliera e che possono apparire sgradevoli alla vista, ma che sono un ottimo scudo contro le mareggiate: vuol dire che le acque che vi circondano sono più che pulite e floride.

Vi potrebbe capitare anche di inciampare in qualche “pallina” rotonda e marrone composta dai residui fibrosi della posidonia, createsi grazie al moto ondoso e denominate egagropili, poiché ricordano le palline di pelo rigurgitate dagli animali.

Quando la posidonia viene smaltita, è riciclata e riutilizzata per la realizzazione di compost verde, ovvero un fertilizzante naturale e total green. Inoltre, si tratta di un ottimo alimento per le bestie.

Un suo soprannome curioso è alga dei vetrai, poiché usata in passato per l’imballaggio di oggetti fragili. La posidonia era utilissima anche in farmacologia: alleviava e curava irritazioni e infiammazioni.

Pare che studi recenti confermino le proprietà antiossidanti e antifungine dell’estratto di queste foglie, contenenti diverse sostanze polifenoliche (antiossidanti naturali presenti nelle piante). Questo permetterebbe un salto di qualità nella conservazione degli alimenti.

Come avrete avuto modo di capire, la Posidonia è assolutamente di vitale importanza e ci dobbiamo impegnare affinché essa perduri e continui a simboleggiare un mare limpido e pulito, come quello che circonda le Egadi.

Anche perché, come scriveva il poeta Jacques Prévert: “E tu, come alga velocemente accarezzata dal vento, nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando.”

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