L’11 maggio la Riserva Naturale Orientata “Saline di Trapani e Paceco” festeggia i suoi 30 anni di istituzione, una data che rappresenta molto più di una semplice ricorrenza amministrativa, è la conferma di un modello di gestione virtuoso, di un percorso di cambiamento e di partecipazione collettiva. Istituita con Decreto Assessoriale dell’11 maggio 1995 e affidata sin dall’inizio alla gestione del WWF Italia, la Riserva è oggi un ecosistema prezioso. Nata grazie a una forte mobilitazione popolare e istituzionale, la Riserva ha trasformato in tre decenni, un’area minacciata dal degrado in uno scrigno di biodiversità, simbolo di tutela della natura e di sviluppo sostenibile. Area umida di importanza internazionale essendo un sito Ramsar e parte integrante della rete europea di tutela della biodiversità Natura 2000, rappresenta un esempio di convivenza tra la tutela ambientale ed il mantenimento di attività produttive sostenibili. Qui, grazie anche alla collaborazione con università, istituti di ricerca, scuole, istituzioni e comunità locali, è ottenuto un cambiamento nell’uso del territorio che ha portato all’aumento della biodiversità e alla valorizzazione stessa del territorio.

Oggi la Riserva fa parte del sistema regionale delle aree protette che si compone di una rete di aree naturali che, insieme, rappresentano un’eccellenza in termini di tutela ambientale e di educazione alla sostenibilità. In tre decenni l’area è passata da un contesto in cui le saline rischiavano di scomparire, ed insieme ad esse le specie animali e vegetali che le popolavano, al luogo che accoglie oltre 230 specie di uccelli, molte delle quali rare o minacciate. Specie come fenicotteri rosa sono passate da poche decine a migliaia, si è registrato un aumento delle specie nidificanti e di specie rare come le spatole, il gufo di palude, il pollo sultano, il mignattaio che sono oggi presenze stabili. Il tutto grazie al mantenimento delle saline da parte dei salinari e agli interventi di ripristino ambientale, monitoraggio scientifico e rimozione di fattori di disturbo, come gli elettrodotti storici eliminati nel 2024. Ma il valore della Riserva va oltre la sola avifauna. Qui è stata scoperta una nuova specie endemica, la cavalletta Incertana drepanensis, proprio in un’area in precedenza occupata dai rifiuti, si è contribuito attivamente alla conservazione di specie floristiche rare come la Calendula maritima, tra le 50 piante più a rischio del Mediterraneo. Il futuro della Riserva passa non solo attraverso le azioni condotte all’interno dell’area protetta, ma è condizionato anche da ciò che sta fuori dai suoi confini formali, occorre quindi, agire anche sulle porzioni limitrofe che esercitano una notevole pressione ambientale e correggere scelte del passato che oggi mettono a rischio gli equilibri ecologici del sistema.
“Questo trentennale è comunque un momento di gratitudine verso chi ha creduto nella tutela di questo luogo straordinario, ma anche un nuovo punto di partenza”, afferma la direzione della Riserva. “La natura non ha voce, ma ha bisogno della nostra. Continueremo a lavorare per un futuro in cui l’ambiente, la cultura e il benessere possano convivere, coinvolgendo istituzioni, cittadini e imprese in una sfida comune di responsabilità e speranza”. Le celebrazioni per il trentennale si sono ufficialmente aperte sabato 10 maggio con il workshop nazionale della Rete Educazione WWF Italia, che ha visto la partecipazione di educatori, esperti, insegnanti e operatori della rete WWF. L’evento si inserisce anche nella campagna nazionale “Primavera delle Oasi 2025 – (Il tuo) BenEssere in Natura”, promossa dal WWF per sensibilizzare cittadini e famiglie alla tutela delle aree protette. In occasione dell’anniversario, sono in programma eventi, escursioni e momenti di riflessione aperti al pubblico per raccontare trent’anni di sinergie ed impegno collettivo per la tutela della biodiversità.